Nella seduta del 13 settembre 2023, in Aula della Camera il Ministro dell’Economia e delle Finanze, l’On. Giancarlo Giorgetti, ha risposto all’Interrogazione sulla sorte degli incentivi edilizi in cui viene chiesto di confermare la proroga al 2024 del Superbonus 11%, con particolare riguardo agli interventi relativi a condomini, e, in generale, quali siano le intenzioni del Ministro interrogato in merito alla proroga dei bonus edilizi e alla riattivazione della cessione dei crediti.
In particolare, nella sua risposta il Ministro ha evidenziato che:
- In merito all’impatto macroeconomico positivo dell’agevolazione in esame, occorre precisare che se anche diverse istituzioni, associazioni e centri di ricerca hanno rilevato il carattere espansivo del Superbonus e delle altre misure di incentivazione edilizia, gli stessi studi hanno sottolineato come le valutazioni di impatto di tali misure siano soggette a un ampio margine di incertezza. Ciò è confermato dalla significativa variabilità dei risultati prodotti.
- Non si può tralasciare che il contributo alla crescita deve essere necessariamente analizzato alla luce dei costi per il loro finanziamento. Come ogni politica pubblica, essa deve essere, cioè, sottoposta a una rigorosa analisi costi-benefici. Come specificato, tra gli altri, da Banca d’Italia, l’effetto espansivo verosimilmente non è stato tale da rendere lo strumento a impatto nullo per il conto economico delle amministrazioni pubbliche.
- I maggiori investimenti per abitazioni hanno, nella migliore delle ipotesi, sostituito e, nella peggiore, spiazzato alcune delle spese che si sarebbero comunque realizzate, anche in assenza del Superbonus, tramite l’aumento dei prezzi nel settore.
In sintesi, se da una parte la stima dell’impatto macroeconomico del Superbonus 110% è incerta, dall’altra parte la quantificazione dei costi per le finanze pubbliche è certa e dovrà darsene conto anche nella prossima Nota di aggiornamento al DEF: perciò non è intenzione del Governo procedere alla proroga delle misure relative agli interventi nelle forme finora conosciute. Come rilevato dagli interrogatori, il mercato di acquisto dei crediti è ripartito e con le certificazioni della natura di tali crediti.
Proprio per questo sono allo studio dell’Esecutivo strumenti attraverso i quali consentire la verifica della bontà di quelli ancora in possesso dei cittadini e imprese sorti nel periodo antecedente l’introduzione dei vincoli di appropriatezza. Tale circostanza dovrebbe contribuire a rimuovere gli ostacoli frapposti alla loro cessione.
La risposta non risulta soddisfacente per gli interrogatori, poiché i benefici del Superbonus sono stati citati da tutti: Istat, Eurostat, l’Ufficio parlamentare di bilancio, Banca d’Italia, Censis, Nomisma e, non ultimo, Fondazione commercialisti, il cui siglato dal consigliere personale del Ministro Giorgetti, Enrico Zanetti, ci ha spiegato una cosa semplice: il Superbonus aumenta il PIL più di quanto aumenti il debito. La morale della favola è che il rapporto tra debito e PIL è diminuito di 13 punti dal 2020 al 2022.
Oggi ANCE ci dice che 320.000 famiglie sono sull’orlo del precipizio per i crediti incagliati a causa dei mancati interventi governativi ed è a loro che bisogna pensare.
FONTE: ANCE