Polizze catastrofali, l’Audizione ANCE alla Camera

Si è tenuta, in data 10 aprile u.s., l’Audizione ANCE (link alla registrazione), presso la Commissione Ambiente della Camera dei deputati, presieduta dal Vice Presidente Stefano Betti, nell’ambito dell’esame, in sede referente, del Disegno di Legge di conversione del Decreto che contiene misure urgenti in materia di assicurazione dei rischi catastrofali (DDL 2333/C).

L’ANCE ha espresso parere positivo sulla proroga in corso sull’obbligo della polizza anticatastrofe per le Imprese; tuttavia, ci sono ancora molti nodi da sciogliere per fare chiarezza sulla norma e spingere sul fronte della prevenzione e della messa in sicurezza del territorio, anche con un piano strutturale di interventi:

L’obbligo di polizze catastrofali può, infatti, rappresentare un utile strumento nell’ambito delle politiche di riduzione degli effetti negativi dei rischi naturali e dei cambiamenti climatici, ma ha necessità di essere attuato con ragionevolezza ed efficacia, considerando che l’Italia, per la sua conformazione geografica e morfologica, è tra i Paesi più esposti al rischio di eventi naturali, in particolare terremoti e dissesti idrogeologici, e che negli ultimi anni la crisi climatica ha aggravato ulteriormente la situazione, aumentando la frequenza e l’intensità delle alluvioni e provocando danni sempre più rilevanti all’ambiente e all’economia. In linea anche con quanto affermato dalla Banca Centrale Europea, si ritiene che le assicurazioni facilitino la ricostruzione consentendo alle imprese di riprendere la propria attività in tempi brevi. Questo si traduce in una significativa mitigazione dei danni economici complessivi, in una riduzione dei rischi per la stabilità finanziaria e in un alleggerimento dei costi a carico dei contribuenti per le perdite non coperte. Ciononostante, i dati europei, come rimarcato dalla stessa BCE, rivelano che solo un quarto delle perdite causate da eventi climatici estremi risulta assicurato”.

Prendendo in esame, inoltre, il fattore economico, Betti riporta i dati del Rapporto ANCE-CRESME: la spesa per riparare gli eventi sismici è rimasta costante (2,7 miliardi nel periodo 2009-2023 contro 3,1 dei periodi precedenti), mentre la spesa per contrastare gli effetti del dissesto idrogeologico è triplicata da una media annua di 1 miliardo, precedente al 2009, a 3,3 miliardi nel periodo 2009-2023.

In questo contesto, le misure adottate dai Governi negli ultimi anni “si sono rilevate spesso poco efficaci perché si sono scontrate con una scarsa capacità di spesa e di realizzazione dei progetti e con la natura prevalentemente emergenziale degli interventi”. Inoltre, un sistema assicurativo diffuso contribuisce a ridurre l’onere economico per lo Stato: minore sarà la necessità di interventi pubblici emergenziali, maggiore sarà la capacità delle risorse pubbliche di essere destinate ad altre priorità a vantaggio dell’intera collettività.

L’ANCE sottolinea, ad ogni modo, l’assicurazione rappresenta uno strumento importantema non sostituisce la necessità impellente di un piano strutturale di interventi per la prevenzione e la messa in sicurezza del territorio, affrontando in primis il dissesto idrogeologico e le ulteriori fragilità intrinseche del nostro Paese: occorre investire in interventi di messa in sicurezza degli edifici e delle infrastrutture esistenti, promuovere pratiche costruttive innovative e resilienti per il futuro, e adottare politiche di pianificazione territoriale che tengano conto delle specificità dei rischi locali e della necessità di ridurre la vulnerabilità intrinseca del nostro patrimonio costruito e naturale.

Pur non mettendo in discussione l’opportunità di assicurarsi contro i rischi catastrofali, i costruttori sollevano perplessità in relazione alla mancanza di chiarezza su molti aspetti dell’obbligo. L’ANCE ritiene opportuno che siano chiariti cinque profili applicativi dell’obbligo assicurativo. Nel dettaglio è necessario:

  1. precisare che l’obbligo di stipulare la polizza ricade esclusivamente sui beni di proprietà dell’Impresa in quanto ricompresi nell’elenco delle voci di bilancio dell’attivo immobilizzato (B-II, numeri 1, 2 e 3 dell’art. 2424 c.c.) escludendo quelli detenuti ad altro titolo (es. locazione);
  2. definire meglio i criteri di assicurabilità in caso di immobili che presentano delle difformità edilizie operando una distinzione tra quelli che rientrano nei casi sanabili e quindi potenzialmente ammessi alla copertura obbligatoria;
  3. delimitare l’ambito di applicazione oggettivo, escludendo i cosiddetti “beni merce;
  4. circoscrivere meglio la portata delle misure sanzionatorie, precisando che l’espressione “contributi, sovvenzioni o agevolazioni di carattere finanziario a valere su risorse pubbliche” si riferisce unicamente a interventi finanziari diretti conseguenti all’evento catastrofale;
  5. prevedere un sistema di mutualità tra le zone a più alto rischio e quelle meno rischiose, per evitare distorsioni troppo forti dal punto di vista della localizzazione delle attività economiche e in modo da creare un livellamento del premio verso un valore medio accessibile per tutti.

 

 

Per un esame più approfondito delle valutazioni e proposte dell’ANCE, si rimanda al documento completo in allegato.



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