La Presidente dell’ANCE, Federica Brancaccio, ha partecipato all’evento “Obiettivo rinascita 2023. La messa a terra del PNRR”, giovedì 13 aprile.
“Il PNRR è una grande occasione: fatti passi avanti con la riforma del Codice appalti ma servono correttivi per consentire al Paese di mettere a terra gli investimenti in tempi giusti e di avere un orizzonte che vada al di là del 2026”
Il convegno, con il fondamentale apporto dell’Osservatorio PNRR de Il Sole 24 Ore, ha fatto il punto con i rappresentanti delle istituzioni nazionali ed europee e del mondo industriale sullo stato dei lavori delle sei Missioni previste dal PNRR, con un’apposita sezione dedicata alla PMI sulle modalità per accedere ai fondi, soffermandosi anche sugli altri strumenti, dal Meccanismo europeo di stabilità (MES) alla riforma del Patto di stabilità e crescita europeo, sui quali l’Italia potrà contare.
«Uno dei motivi per cui c’è un ritardo nell’attuazione del PNRR – ha sottolineato Federica Brancaccio – è che nel 2022 tutte le stazioni appaltanti hanno dovuto rivedere i progetti, adeguarne i prezzi e questo ha comportato non meno di 6 mesi di ritardi. Che possono sembrare pochi, ma se l’obiettivo è il 2026, quindi tre anni, 6 mesi sono troppo lunghi».
In questo quadro c’è una doppia velocità nei «meccanismo per il ristoro dei rincari di cui ringraziamo il governo passato e quello attuale e che vedrà un passaggio ulteriore con ii meccanismo di revisione dei prezzi nel nuovo Codice degli appalti». Quindi «se per le opere dei PNRR i fondi destinati per il ristoro sono arrivati alle imprese, guardando alle opere che non rientrano nel PNRR siamo a un avanzamento del 5%. Ma le imprese che vanno in sofferenza di liquidità finanziaria sono le stesse che possono contemporaneamente essere interessate o meno da opere del PNRR a seconda dei casi. Non è il momento di riprogrammare togliendo opere perché non abbiamo chiaro tutto il quadro», ma sottolinea anche il fatto che le imprese interessate «fanno parte di un settore che fra iì 2008 e 2020 ha affrontato una lunga crisi che ha significato scomparsa di imprese, disoccupazione».
Quel che è mancato nel frattempo sono «le grandi riforme. Perché ci sono le risorse ma servono interventi strutturali».
In allegato, l’articolo del Sole 24 Ore.