L’Osservatorio Cresme ha registrato a ottobre 7,2 miliardi di opere pubbliche aggiudicate, un dato mensile superato nella storia italiana degli appalti soltanto da maggio 2022 (9,3 miliardi) e dicembre 2021 (8,8 miliardi). Il Cresme accredita l’interpretazione che il PNRR – dopo alcuni mesi in cui le stazioni appaltanti hanno scontato il tempo necessario per ridefinire i prezzi delle opere e sospendere o ripetere le gare – sia ripartito ora con una fortissima accelerazione e che così sarà ancora nei prossimi mesi.
Altri segnali vanno effettivamente in questa direzione: il Decreto del Ragioniere generale dello Stato ripartisce 8,1 miliardi del «fondo opere indifferibili» proprio per compensare gli aumenti di costi che le stazioni appaltanti grandi e piccole porteranno in gara; per il PNRR sono finanziati ben 1.463 interventi che dovranno essere tutti appaltati (o almeno banditi) entro fine anno come condizione per non perdere i finanziamenti.
Questa enorme girandola di gare e affidamenti da fare in pochi giorni vale non meno di 20 miliardi, considerando, con una stima prudente, che gli extracosti finanziati oscillano mediamente fra il 20 e il 30% dell’importo originario e in alcuni casi di grandi opere toccano il 35-40%.
Di questi finanziamenti straordinari una fetta del 73%, pari a 5,9 miliardi va a opere che ricadono nella competenza del ministero delle Infrastrutture (4,4 miliardi a opere PNRR ma ci sono anche 263 milioni per il Piano nazionale complementare e 679 milioni per i commissari straordinari).
Oltre al rischio imbuto, le difficoltà sono molte e in alcuni casi aspettano soluzioni. Il primo ordine di difficoltà riguarda il livello dei progetti messi in gara: se è vero che il PNRR ha drasticamente accorciato la fase dell’aggiudicazione, uno dei grandi ritardi italiani, riducendo i tempi medi fisiologici a sei mesi, è altrettanto vero che spesso, soprattutto per le grandi opere, va in gara un progetto che va completato per essere portato a livello esecutivo, quindi passano ancora mesi prima di aprire i cantieri.
Tuttavia, dai Report di queste settimane sulle grandi opere PNRR, viene fuori che l’altro ostacolo più insidioso in Italia è rappresentato dai tempi di autorizzazione dei progetti. Anche su questo fronte, il Comitato speciale del Consiglio superiore dei lavori pubblici sta facendo ottime cose: a settembre aveva emesso 13 pareri tecnici entro i 50 giorni previsti e tre determinazioni motivate entro 15 giorni, con 13 progetti in conferenza di servizi e dieci dibattiti pubblici conclusi su undici.
Il Ministro Raffaele Fitto ha dichiarato che, entro la prima metà di gennaio sarà varato un decreto per accelerare le procedure delle opere infrastrutturali e, per la prossima settimana, ha convocato la cabina di regia PNRR per fare il punto sui target di fine anno.
FONTE: IL SOLE 24 ORE