Il mercato dei lavori pubblici, nonostante il tentativo di recupero registrato a dicembre con il miglior dato dell’anno (2.330 bandi per 9,566 miliardi), chiude il 2021 con risultati negativi. I 21.873 appalti per 39.326 miliardi registrati dall’osservatorio CRESME Europa Servizi corrispondono a un calo dell’1,2% per il numero di gare e del 9,5% per gli importi rispetto al 2021.
A mancare all’appello non sono state le grandi opere oltre i 50 milioni, cresciute del 22,5% per il numero (87) e del 7,6% per il valore (15,985 miliardi), ma la fascia medio-alta, quella tra 15 e 50 milioni, che ha quasi dimezzato il risultato del 2021 con 241 appalti (-45%) per 6,478 miliardi (-47,9%). Flessione, anche se più contenuta, per la classe d’importo tra 5 e 15 milioni (635 avvisi per 5,309 miliardi, -2,6 e -5,8%) e per i piccoli bandi fino a 150mila euro che perdono circa il 10% sia per le gare che per i valori.
Tra gli enti appaltanti, le amministrazioni comunali si confermano al primo posto con 11.238 bandi (-8,8% rispetto al 2020) per 9,302 miliardi (+44,3%). Gli unici segni entrambi positivi arrivano dalla province che hanno promosso 2.363 gare (+22%) per 1,692 miliardi (+45%). I gestori di reti, infrastrutture e servizi pubblici nazionali incrementano i bandi del 5,6% (2.059) e tengono per i valori (4,515 miliardi, -0,1%).
Male invece i grandi committenti: l’ANAS conferma gli stessi appalti dell’anno precedente (584) ma perde il 61% dei valori (2,213 miliardi), le Ferrovie dimezzano la pubblicazione di nuove procedure (213, -47,8%) e i valori (7,383 miliardi, -46,4%).
La Lombardia rimane la regione più dinamica con 3.481 avvisi per 3,977 miliardi (ma con un calo del 14% per le gare e del 30% per i valori) mentre il Lazio, con 1.368 bandi (-20%) si piazza al secondo posto per valori con 3,677 miliardi (+24%).
A dicembre il bando più rilevante (suddiviso in 4 lotti) è stato quello di Rete Ferroviaria Italiana per l’accordo quadro ERTMS nazionale dal valore di 1,3 miliardi per l’area Centro Nord.
Fonte: Il Sole 24 Ore