Nei scorsi giorni, l’ISTAT ha pubblicato i dati dello studio “Le prospettive per l’economia italiana 2024-25” che fornisce una rappresentazione del sistema economico italiano mediante equazioni di comportamento per gli operatori dello stesso sistema (Famiglie, Imprese, Amministrazioni Pubbliche e Resto del mondo).
Secondo le previsioni di ISTAT, la stima tendenziale del PIL è di +1% per quest’anno e +1,2% per il prossimo, contro il +4% del 2022.
Nel 2024 la crescita del PIL sarebbe sostenuta sia dalla domanda interna, al netto delle scorte, sia dalla domanda estera netta (+0,7% per entrambe). Nel 2025 la crescita dell’economia italiana sarebbe invece trainata prevalentemente dalla domanda interna (+0,9%).
Segnali preoccupanti arrivano dagli investimenti fissi lordi, che stanno progressivamente decelerando: dal +8,6% del 2022 si è passati al +4,7% nel 2023 e le previsioni sono per un +1,5% nel 2024 e +1,2% nel 2025, a causa del venire meno degli incentivi fiscali all’edilizia, che saranno compensati sia dagli effetti dell’attuazione delle misure previste dal PNRR, sia dalla riduzione dei tassi di interesse.
In miglioramento, il mercato del lavoro: l’occupazione sarebbe in crescita in linea con quella del PIL (+0,9% nel 2024 e +1,0% nel 2025) a cui si accompagnerà un calo del tasso di disoccupazione (7,1% quest’anno e 7% nel 2025). L’aumento è diffuso a quasi tutti i comparti, più elevato nelle costruzioni (+1,9% le ore lavorate) e più contenuto nei servizi (+0,7%) e nell’industria in senso stretto (+0,3%). Rispetto al primo trimestre del 2023, l’incremento delle ore lavorate è stato pari al 1,5%, soprattutto nel settore delle costruzioni (+3,6 %) e nei servizi (+1,9%), e di una sostanziale stabilità dell’industria.
Relativamente alle aspettative sull’andamento dei prezzi, nella manifattura, le intenzioni di modificare al rialzo i listini nei successivi tre mesi sono leggermente superiori rispetto a quelle al ribasso: per la filiera delle costruzioni, la percentuale di imprese che si attende una stabilità dei prezzi nei prossimi tre mesi raggiunge l’89,6%.