Disponibile lo studio SACE-Ambrosetti sulle realtà e prospettive del settore delle Costruzioni

In occasione della 49° edizione del Forum di Cernobbio, al quale ha partecipato anche la nostra Associazione Nazionale, l’ANCE, è stato lo studio “Piccole, medie e più competitive: le PMI italiane alla prova dell’export tra transizione sostenibile e digitale“, realizzato da SACE, in collaborazione con The European House – Ambrosetti, che analizza il ruolo delle PMI italiane per l’economia e l’export nazionale e le potenzialità di sviluppo grazie alla Transizione green e digitale.

Stando al rapporto, le Piccole e medie imprese italiane offrono da sempre un contributo rilevante per lo sviluppo economico, tecnologico e sociale del Paese, con un giro di affari di oltre 1.000 miliardi di euro, generando quasi il 40% del valore aggiunto nazionale e impiegano un terzo di tutti gli occupati.

Delle PMI esportatrici italiane, il 57% di tutte le Piccole imprese manifatturiere e oltre il 90% delle Medie esporta. Inoltre, esse mostrano una spiccata propensione all’export con oltre un terzo di tutto il fatturato realizzato all’estero, dato superiore a quello dei principali pari europei (Germania, Francia e Spagna).

Infatti, quasi 7 PMI esportatrici su 10 sono attive nella manifattura (circa 35.000 imprese) e l’80% del valore esportato dalle PMI deriva dalla manifattura, con più della metà dell’export manifatturiero generato da tre settori:

> meccanica strumentale (38,8 miliardi di euro);

> prodotti in metallo (31,8 miliardi di euro);

> alimentari e bevande (19,3 miliardi di euro).

L’integrazione nelle filiere è centrale per la competitività internazionale delle PMI, grazie all’interconnessione dei processi produttivi e alle economie di scala, e tra le filiere prioritarie del futuro c’è il settore dell’edilizia intelligente (smart building): secondo le stime di SACE e Ambrosetti, nei prossimi anni la trasformazione del patrimonio edilizio in Italia nella direzione dello “smart building” possa generare oltre 200.000 posti di lavoro qualificati e specializzati. La filiera delle costruzioni smart, ha generato nel 2022 (dati del 2° Rapporto Strategico della Community Smart Building di The European House – Ambrosetti) 174 miliardi di euro di fatturato a livello nazionale, 38 miliardi di euro di valore aggiunto, fornendo occupazione a circa 515.000 lavoratori.

Nella visione di SACE, il settore edile mira anche all’estero: oltre ai pilastri Europa-Usa, i Paesi per i quali si aprono prospettive di lavoro sono gli Emirati Arabi Uniti, la Cina, le Filippine, il Perù e la Serbia.

Secondo altri numeri forniti, al 2028 si assisterà ad una crescita del valore aggiunto delle costruzioni grazie al ritorno dell’Italia in Africa con il Piano Mattei.

In questo senso, per una logica di maggiore efficienza e sfruttando l’approccio di filiera, occorre porre l’accento su una formazione ad hoc per le imprese e su un supporto in termini di comprensione e adesione alla regolamentazione e gestione amministrativa, generando un loro rafforzamento operativo.



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