
Si è tenuta in data 21 gennaio u.s, l’Audizione ANCE (link al video) tenuta dal Direttore Generale dell’Associazione, Massimiliano Musmeci, davanti alla Commissione Ambiente del Senato, sul DDL “Legge quadro in materia di ricostruzione post-calamità” (DDL 1294/S).
L’ANCE esprime una “valutazione positiva” sul Disegno di Legge in materia di ricostruzione post-calamità e “su alcune questioni poste in sede di prima lettura che sono state recepite”, pur evidenziando la possibilità che possano emergere alcune difficoltà in fase attuativa che rischiano di rallentarne l’efficacia. Per questo motivo, sarebbe opportuno che l’intero processo fosse accompagnato da strumenti di monitoraggio o revisione, al fine di superare le eventuali problematiche e favorire un processo di ricostruzione più rapido.
Riportiamo, in sintesi, la posizione espressa in sede di Audizione (cfr. Documento ANCE, in allegato):
1) è necessario governare l’eventualità di conflitti nella gestione multilivello tra il Commissario straordinario, le Regioni, i Comuni e le strutture centrali per evitare ritardi procedurali nel passaggio dalla fase di emergenza a quella della ricostruzione;
2) per quanto riguarda la ricostruzione privata, introdurre un modello unico normativo per regolare in modo organico le procedure, una volta cessato lo stato di emergenza nazionale, è sicuramente un’iniziativa condivisibile ma dovrà comunque porsi in continuità tra la fase di emergenza e quella di ricostruzione post-calamità, ad esempio mediante procedure semplificate laddove molte iniziative siano già presumibilmente avviate o prossime alla conclusione;
3) sulla gestione dei rifiuti, ANCE condivide pienamente la scelta di attribuire alle Regioni il compito di definire un apposito piano per la gestione dei materiali (sia quelli derivanti dall’evento calamitoso sia quelli prodotti con gli interventi di ricostruzione, riparazione e ripristino), con l’obiettivo specifico di favorire il recupero e la valorizzazione dei rifiuti. È inoltre condivisibile l’introduzione di un meccanismo semplificato per l’attribuzione dei codici di identificazione dei rifiuti e per il loro conferimento alle aree destinate al deposito temporaneo, così come l’esclusione dal regime dei rifiuti dei resti di beni di interesse storico, architettonico e artistico (o con un valore simbolico) appartenenti all’edilizia storica. È altresì apprezzabile la possibilità di individuare ulteriori siti per il deposito dei rifiuti rispetto a quelli indicati nelle prime fasi di emergenza. Questo perché le esperienze passate hanno dimostrato che la gran parte dei rifiuti viene prodotta, di fatto, a seguito dell’attività di ricostruzione. Secondo ANCE, sembrerebbe mancare, invece, “una specifica disciplina volta ad agevolare la gestione delle terre e rocce da scavo”. In proposito, si evidenzia che il DPR 120/2017 risulti del tutto incompatibile con le condizioni post-calamità, sia per le tempistiche delle comunicazioni sia per gli obblighi di individuazione e conferimento. È quindi strettamente necessario delineare una procedura dedicata, mutuata dalle esperienze passate, al fine di consentire la gestione di tali materiali come sottoprodotti e non come rifiuti.
Viene inoltre sottolineata “la necessità di inserire una proroga generale di tutti gli adempimenti ambientali legati alla gestione dei rifiuti, dei sottoprodotti e dei cosiddetti End of Waste”.
In ultimo, ANCE apprezza la previsione di elementi straordinari per accelerare le procedure, come la Conferenza permanente. Positiva anche la possibilità di procedere attraverso l’adeguamento dei Piani comunali, rispetto a una procedura di approvazione che risulterebbe più complessa. Tali interventi consentono di armonizzare la pianificazione urbanistica con le specifiche esigenze della ricostruzione, favorendo una programmazione più integrata e mirata alle necessità dei territori colpiti.
Si rimanda al documento allegato per una valutazione più completa sulle singole proposte.