L’allarme del Presidente della nostra Associazione, Leonardo Fornaciari, sulle principali testate locali (Il Resto del Carlino, Il Corriere, La Gazzetta di Modena) nelle giornate di ieri e oggi.
L’aumento del costo dell’energia e dei carburanti e la conseguente impennata dei prezzi dei derivati nei materiali da costruzione (acciaio, rame tubazioni, bitumi, isolanti etc.) stanno avendo pesantissime ripercussioni sul mercato dell’edilizia. L’argomento è attualmente molto dibattuto, ma questo fenomeno abbiamo cominciato a registrarlo in misura rilevante già nella seconda parte del 2020.
Secondo il Presidente Fornaciari, la partenza e l’avanzamento delle nuove opere del PNRR, stante l’attuale situazione di mercato, sono già a rischio. Si parla molto dei miliardi di euro di lavori da mettere in cantiere, ma si sottovaluta pericolosamente il problema dei prezzi di gara utilizzati a base d’asta, che sono assolutamente inadeguati e insufficienti. Tali lavori, messi in gara a condizioni economiche ben lontane dagli attuali prezzi di mercato, come potranno essere eseguiti? E da quali Imprese?
Consideriamo che già dalla seconda parte del 2020, come è sotto gli occhi di tutti, i prezzi dei materiali e dell’energia hanno registrato un’impennata eccezionale. ANCE lo sta denunciando da tempo.
Va tenuto presente che nel nostro paese non esiste più, a differenza degli altri stati europei industrializzati, un meccanismo automatico di revisione dei prezzi.
È stata perciò messa in campo dal Governo una normativa ad hoc di stampo emergenziale, che si è rivelata complessa e di difficile applicazione, ma che soprattutto fa riferimento a prezzi che non rispecchiano più l’attuale situazione di mercato.
Per effetto di ciò, come denunciato di recente anche dall’ANAC (l’Autorità Nazionale Anticorruzione), si stanno moltiplicando episodi di gare deserte, di esplosione di contenziosi, e di lavori piantati a metà. Per questi motivi ANCE Nazionale ha addirittura impugnato davanti al TAR il D.M. relativo ai presunti ristori relativi al primo semestre del 2021. Nulla è cambiato con riferimento al secondo semestre dello stesso anno; aspettiamoci di certo un’ulteriore controversia amministrativa.
“Pensiamo alle aziende che si sono aggiudicate lavori prima dell’eccezionale impennata dei costi”, rimarca Fornaciari. “Pensiamo alle aziende che hanno concluso accordi quadro per i quali non era prevista alcuna clausola di revisione: com’è pensabile che le Imprese possano lavorare per lo Stato con i prezzi del 2020, quando gli stessi hanno subito aumenti di un ordine di grandezza variabile fra l’80% e il 160%, vedi, ad esempio, i prezzi del ferro per cemento armato e dell’acciaio? Con queste premesse – e questi prezzi – come si potranno mai affrontare le sfide dell’ammodernamento delle infrastrutture del nostro paese e dell’efficientamento del nostro patrimonio immobiliare pubblico? Come sarà possibile rispondere al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza? Se i progetti del PNRR che andranno in gara nei prossimi mesi verranno redatti con delle basi d’asta che non tengono conto dei prezzi di mercato reali, si assisterà a un rallentamento o, peggio, ad un fermo delle opere pubbliche da realizzare. Le Imprese serie, strutturate, affidabili e qualificate non possono lavorare sottocosto!”
Insiste Fornaciari: “se non cambieranno le cose, con gli attuali prezzi si arriverà al fermo delle opere. Per questa ragione anche il Prezzario della Regione Emilia-Romagna dovrà necessariamente essere adeguato al nuovo livello dei costi dei materiali”.
“Serve dare la possibilità alle Imprese”, conclude il Presidente, “di poter lavorare ed operare con onestà e dignità, e di poter partecipare alle gare formulando offerte congrue. Sono stato eletto di recente Presidente di ANCE EMILIA Area Centro, di cui faccio orgogliosamente parte da anni. Fra i punti del mio programma ho evidenziato la necessità di ogni sforzo per cercare di qualificare e valorizzare le Imprese sane e corrette. Non posso assistere passivamente ad una deriva che lascia il mercato delle opere pubbliche in mano a soggetti di dubbia provenienza, privi di qualificazione, ed esperti di contenziosi con la PA, con il risultato scontato di ritrovarsi con opere e progetti che non vedranno mai la luce o, ancor peggio, verranno realizzati a fatica e con qualità scadente. Un Paese che vuole crescere non merita tutto questo”.