Censimento OMI/MEF: affitti più cari nei Capoluoghi pesano sui redditi di Imprese e Privati

L’incrocio dei dati OMI (Osservatorio del Mercato Immobiliare) con le statistiche fiscali del Ministero delle Finanze hanno dimostrato che, tra il 2018 e il 2023, il peso medio del canone sui redditi da lavoro dipendente nei Capoluoghi di provincia è passato dal 31,6% al 35,2%.

Riportiamo, di seguito, i dati salienti rivelati dal censimento disponibili nell’articolo del Sole 24 Ore, in allegato:

> Contratti a canone libero: dal 2018 la pressione dei canoni liberi sulle buste paga dei residenti è salita in media del 3,6%, con picchi a Vicenza (+8,5%), Bologna e Milano (entrambe al 6,3%). Su Bologna, i nuovi contratti a canone libero registrati sono pari al 40,2%.

> Inflazione: nel 2018 la mensilità media nei capoluoghi era 615 euro, mentre nel 2023 è passata a 731 euro. Se l’incremento fosse stato identico all’inflazione rilevata dall’Istat a livello nazionale, quest’ultimo importo si sarebbe fermato a 715 euro.

> Cedolare secca: secondo gli ultimi dati disponibili, i contribuenti che hanno optato per la cedolare sono 2,79 milioni, a fronte di 3,65 milioni di case locate da persone fisiche.

> Dichiarazioni dei redditi: sono state usate da oltre 1,2 milioni di lavoratori dipendenti, con un reddito fino a 31.000 euro circa. Il beneficio medio si ferma però a 171 euro annui.

> Rapporto canone-reddito: I redditi da lavoro dipendente dichiarati nel 2023 (anno d’imposta 2022) sono aumentati del 6,5% in valore nominale rispetto al 2018. Questo incremento sembra però proporzionale dove il reddito è cresciuto di più.

Sembra sempre più urgente, perciò, la necessità di un “piano casa” a costo sostenibile a disposizione dei Privati e delle Imprese.



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