Nel 2022 erano stati richiesti 1.207 milioni e nel 2023 1.915, era quindi prevedibile che le somme disponibili per il 2024 non sarebbero bastate: la previsione contenuta in uno studio ANCE individua il fabbisogno in 1.800 milioni, con uno scoperto che si può quindi quantificare in 1.540 milioni.
L’allarme dell’ANCE era scattato già prima dell’approvazione della Legge di Bilancio alla luce di quanto successo per i due anni precedenti e all’insufficienza dei fondi per il 2024
Ciò che desta la preoccupazione per le imprese è il ritardo dei pagamenti: mancano ancora da pagare, inoltre, quasi due miliardi, di cui 800 milioni sono stati già assegnati a opere non PNRR nel 2022.
Un sondaggio di ANCE ha rilevato che su 300 imprese un aumento del ritardo nel pagamento dei lavori svolti e il 73% delle imprese hanno segnalato ritardi presso i Comuni, benché il PNRR dovrebbe indire il termine di 30 giorni (60 per la sanità e poche altre deroghe) per pagare i lavori. ANCE denuncia, infatti, tempi medi di pagamento di 150 giorni, e sottolineava il ritorno di pratiche dilatorie e “gravemente inique” come quelle di chiedere alle imprese di posticipare prima i SAL e poi le fatture.
Per quanto riguarda il c.d. “Caro materiali” e il DL Aiuti, lo studio dell’ANCE scatta anche una fotografia di quanto successo nel 2022-2023: un totale ripartito di 3.122 milioni, di cui la gran parte delle richieste abbia riguardato i cantieri non PNRR.
Per il 2022, a fronte di richieste provenienti da cantieri non PNRR per 1.036,3 milioni di euro, si sono registrate domande per soli 170,5 milioni relativi a opere PNRR.
In allegato, l’articolo completo della rivista “DIARIO DIAC” a cura di CRESME e Giorgio Santilli del Sole 24 Ore.