Caro materiali: anche l’ANAC chiede la revisione urgente di prezzi per servizi e forniture

Anche l’Autorità Anticorruzione scende in campo nella denuncia del caro materiali che da mesi mette a rischio l’attività delle imprese che operano nel campo degli appalti pubblici. Con l’allegata nota firmata dal presidente Giuseppe Busia, l’ANAC ha richiesto al Governo e al Parlamento un intervento normativo urgente per «far fronte agli esorbitanti incrementi delle materie prime». La richiesta riguarda in particolare gli appalti di servizi e forniture, a cui andrebbe esteso il meccanismo di compensazione attualmente previsto per gli appalti relativi ai lavori pubblici.

Nella nota, indirizzata in particolare ai Ministri delle Infrastrutture e delle Mobilità Sostenibili Enrico Giovannini, dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti, e al Presidente della Commissione Bilancio del Senato Pesco, l’Autorità chiede che il nuovo meccanismo di adeguamento dei prezzi venga inserito nella conversione del decreto Sostegni ter (D.L. n. 4/2022) ora all’attenzione proprio di Palazzo Madama, prevedendo espressamente che la compensazione dei prezzi avvenga non soltanto per i lavori pubblici, ma anche per servizi e forniture.

«L’obiettivo dell’Autorità è quello di stabilire meccanismi che consentano di riguadagnare un equilibrio contrattuale, adeguando un aumento dei valori negli appalti per tenere conto dei costi reali. Se non lo si fa, o le gare vanno deserte, o partecipa solo chi poi chiederà varianti con aumento dei prezzi, oppure la prestazione non viene adempiuta» commenta Busia. «In questo momento – aggiunge – non dobbiamo guardare al risparmio immediato, ma riconoscere che bisogna avere clausole di adeguamento dei prezzi che tengano conto dei costi reali, indicizzando i valori inseriti nel bando di gara. Altrimenti rischiamo di vanificare lo sforzo del PNRR, perché le gare di appalto andranno deserte, o favoriranno i “furbetti” che punteranno subito dopo l’aggiudicazione a varianti per l’aumento dei prezzi. Molto meglio stabilire dei meccanismi trasparenti e sicuri di indicizzazione, così da favorire un’autentica libera concorrenza e apertura al mercato plurale, e serietà in chi si aggiudica l’appalto». In questo scenario, sottolinea il presidente dell’Autorità «risulta quindi imprescindibile l’individuazione normativa della percentuale di scostamento, oltre che delle modalità operative e dei limiti della compensazione».

Da parte sua, l’ANAC sta lavorando all’aggiornamento del bando tipo digitale per tutte le stazioni appaltanti prevedendo l’obbligo di inserimento nei bandi di gara delle clausole di revisione dei prezzi. Questo proprio per recepire le novità del decreto Sostegni ter (articolo 29).

Inoltre l’Autorità fa sapere di aver effettuato anche la verifica dei prezzi standard della Guida operativa (espressamente richiamati come riferimento per la revisione dei prezzi), che non risultano indicizzati, alcuni dei quali non sono aggiornati da anni. Ciò a vantaggio delle Stazioni appaltanti, applicando un’opportuna indicizzazione basata su dati ISTAT. Per esempio: il lavanolo (fondamentale nel settore ospedaliero), fermo al 2013, con una rivalutazione oggi di + 6,1%; i servizi di pulizia e disinfestazione, con una rivalutazione di + 10,6% rispetto ai prezzi pubblicati nel 2013; e i servizi di ristorazione, con una rivalutazione di + 4,4% rispetto ai prezzi pubblicati nel 2016.

 

Fonte: Il Sole 24 Ore



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