È stato pubblicato il 2° rapporto dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) sullo stato di avanzamento dei procedimenti di bonifica dei siti contaminati a livello regionale, attraverso l’analisi delle varie fasi e della loro durata.
Dal rapporto emerge che è ancora molto elevata la percentuale dei procedimenti non conclusi, pari a circa il 46% del totale e di questi il 61% (ossia 3 procedimenti su 5) è fermo alla fase iniziale di notifica. Quest’ultimo dato è molto significativo, se consideriamo che questa è la fase preliminare di avvio del procedimento e che, come evidenziato nel rapporto stesso, dovrebbe essere la fase più rapida.
Molto interessanti sono anche i dati relativi allo stato di accertamento della contaminazione: sulla base delle informazioni fornite dalle regioni, infatti, è emerso che in circa il 65% dei casi la contaminazione è solo potenziale o comunque devono ancora svolgersi gli accertamenti. Si tratta quindi di casi nei quali, come evidenziato nel rapporto, è importante ottenere “una risposta in termini di riscontro analitico, il più possibile rapida al fine di conoscere l’effettivo stato di contaminazione delle matrici ambientali (e quindi di valutare l’effettiva necessità di intervento), oppure di concludere il procedimento amministrativo liberando l’area da pendenze amministrative e conseguenti limitazioni all’uso.”
Per la prima volta si è cercato di analizzare anche la durata media dei procedimenti, dalle stime fatte è emerso che nel 54% dei casi occorrono più di 3 anni per concludere il procedimento (e per il 12% servono addirittura più di 10 anni). Sul punto si evidenzia che circa il 14% dei siti contaminati ha concluso gli interventi di bonifica e/o messa in sicurezza, ma è ancora in attesa della relativa certificazione.
Le regioni che producono più rifiuti speciali sono Lombardia (37,4 milioni di tonnellate), Veneto (18 milioni) ed Emilia Romagna (14,6 milioni).
In allegato, il Rapporto Rifiuti Speciali – Edizione 2023 in versione sia sintetica che integrale, con i dati, all’anno 2021, sulla produzione e gestione dei rifiuti speciali non pericolosi e pericolosi, a livello nazionale e regionale, e per la gestione anche a livello provinciale.
FONTE: ISPRA