Assemblea pubblica di ANCE: i temi trattati dalla Presidente Federica Brancaccio

Si è tenuta ieri, 18 giugno 2024, l’Assemblea pubblica di ANCE, presso all’Auditorium Parco della Musica di Roma, incentrata sul tema della “prospettiva come motore contro la paura del futuro”. All’evento sono intervenuti, oltre alla Presidente Federica Brancaccio che ha dato inizio ai lavori, il Presidente di Confindustria, Emanuele Orsini; il Ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini; il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina, Elvira Calderone; il Presidente di Italia Viva, Matteo Renzi e, infine, l’ex Sindaco di Roma, Francesco Rutelli (per la registrazione dell’Assemblea, clicca qui).

Nel corso dell’evento la Presidente dell’ANCE, Federica Brancaccio, ha toccato tutti i temi più caldi del settore delle costruzioni:

  • Lavori a rischio dal Superbonus – «Negli ultimi due mesi i lavori da completare restano fermi a 7,2 miliardi, a testimonianza delle difficoltà che imprese e i cittadini stanno incontrando per terminare i lavori».
  • Ritardo sui pagamenti – «La stragrande maggioranza delle imprese non è pagata nei tempi previsti, fino a due anni di ritardo. Per il caro materiali si è ancora in attesa dei ristori del primo semestre 2022. Ci viene il dubbio che quei soldi non ci siano più. E per il 2024 pare siano già finiti, mentre servirebbero 1,5 miliardi in più».
  • Sicurezza sul lavoro – «Per aumentare la sicurezza dei cantieri serve la qualificazione delle imprese edili anche per i lavori privati, come già avviene per i lavori pubblici».
  • Decreto Salva Casa – «Giusto pensare a soluzioni per aiutare le famiglie a migliorare le proprie abitazioni. Ci auguriamo che il costo che i cittadini sosterranno per sanare queste piccole irregolarità sia destinato a interventi a favore della casa e della rigenerazione urbana».
  • Deficit di concorrenza nel mercato delle opere pubbliche – «I dati rilevano che oggi nelle opere pubbliche il 90% del numero degli appalti è senza vera concorrenza, che corrisponde in valore al 33% del mercato. Si tratta di un problema che ora si avverte poco per il boom dei cantieri del PNRR. Ma domani? È necessario apportare al Codice alcune modifiche: le nostre sono già pronte e raccolte per essere consegnate al Governo. Serve poi uno strumento applicativo semplice ed efficace e quindi un regolamento, un manuale d’uso dedicato ai lavori pubblici. Forse riusciremo così anche a evitare le continue deroghe e le procedure d’urgenza che sacrificano concorrenza e trasparenza, anche per interventi programmati da tempo».

 

Durante l’Assemblea, il Ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ha infatti dato notizia il 25 giugno si terrà la prima riunione della Cabina di regia di Palazzo Chigi sul nuovo Codice degli Appalti, occasione in cui la nostra Associazione Nazionale presenterà il Documento con 63 proposte (di cui 18 prioritarie) di modifica o integrazione alle norme di legge finalizzate alla migliore attuazione del Codice.

Delle 18 modifiche prioritarie, sono 3 quelle argomentate dalla Brancaccio, durante il suo intervento:

  1. superare il tabù delle varianti in corso d’opera” e richiamare esplicitamente, come causa di varianti, rinvenimenti imprevisti o non prevedibili, quali quelli di carattere geologico e archeologico;
  2. introdurre un regolamento generale per i soli lavori pubblici che funzioni come manuale d’uso;
  3. garantire maggiore concorrenza soprattutto in quel 90% di appalti in cui la concorrenza è mutilata da affidamenti diretti e procedure negoziate senza bandi nei settori ordinari sottosoglia che nei settori speciali.

 

Per le procedure negoziate senza bando di gara, ANCE propone di ridurre il limite coincidente con la soglia europea di 5,5 milioni di euro, a un limite più basso compreso fra 2 e 3 milioni.

Oltre alle tre già indicate, riportiamo gli altri interventi prioritari, riportati da ANCE:

  1. l‘esclusione automatica dell’offerta anomala per i lavori, senza margini di discrezionalità per le Pubbliche Amministrazioni;
  1. la riduzione dal 30% attuale al 10% del peso massimo del prezzo nel criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa;
  2. introduzione di misure idonee per tutelare le imprese dalldisciplina della sospensione dei lavori, con il riconoscimento “non solo dei tempi, ma anche degli oneri diretti e indiretti” in caso di sospensione per circostanze non prevedibili, ragioni di necessità o di pubblico interesse;
  3. la riforma dell’art. 98 che disciplina la fattispecie escludente dell’illecito professionale, nel senso del “pieno rispetto del principio costituzionale della presunzione di innocenza”;
  4. l’obbligo di esternalizzare i lavori per una quota compresa fra il 50 e il 60% anche nei settori speciali per il concessionario che abbia avuto l’affidamento della concessione senza gara;
  5. introduzione anche nei settori speciali di un obbligo per il committente di applicare l’istituto dell’anticipazione del prezzo;
  6. abbassamento al 2% della soglia di variazione dei prezzi per la revisione prezzi (art.60), oltre la quale scatta la revisione e che poi sia riconosciuto all’impresa il 90% dell’intera variazione;
  7. una migliore definizione dell’obbligo di suddivisione di un’opera in lotti su base quantitativa per favorire la partecipazione di micro, piccole e medie imprese agli appalti pubblici;
  8. eliminazione della possibilità lasciata alle imprese pubbliche e ai soggetti titolari di diritti esclusivi nei settori speciali di stabilire preventivamente con propri atti cosa sia illecito professionale;
  9. ripristinare la piena valenza contrattuale del computo metrico anche nel caso di appalti a corpo;
  10. garantire un maggiore equilibrio negli accordi quadro fra committente e appaltatore (l’ipotesi è di fissare una percentuale minima di lavori che devono essere effettivamente affidati);
  11. chiarimento che i soggetti privati che realizzano opere pubbliche a scomputo di oneri di urbanizzazione non devono essere sottoposti ad alcun obbligo di qualificazione da parte delle Stazioni Appaltanti;
  12. aumento del range di incidenza delle spese generali sul totale (oggi 13-17%) al 20-25%;
  13. regolare i consorzi stabili in chiave concorrenziale;
  14. eliminazione dell’avvalimento “premiale” in cui il prestito delle risorse è finalizzato non a completare i requisiti richiesti per la partecipazione alla gara, ma per ottenere un punteggio più elevato.

In allegato, sono disponibili la scheda stampa illustrata dalla Presidente Brancaccio e la relazione del suo intervento.