Approvato dal Consiglio dei Ministri il Documento di Finanza Pubblica (DEF) 2025

In data Mercoledì 9 aprile u.s., il Consiglio dei Ministri ha approvato il Documento di Finanza Pubblica 2025.

Il nuovo DEF è così strutturato:

 


Il quadro economico e le previsioni illustrate indicano che:

-> per il 2025, le proiezioni tendenziali a legislazioni vigente indicano per il 2025 una crescita dello 0,6 % e dello 0,8% nel 2026 e 2027;

-> i dati a consuntivo del 2024 segnano un rapporto deficit/PIL stimato al 3,4%, mentre il rapporto debito/PIL è al 135,3%;

-> per il 2025, si prevede un deficit pari al 3,3% (saldo primario pari allo 0,7%), mentre per il 2026 e 2027 si dovrebbe arrivare anche, rispettivamente, a una riduzione pari al 2,8 e al 2,6%;

-> per quanto concerne la spesa primaria netta finanziata con risorse nazionali, la stima di consuntivo per il 2024 è pari al 2,1%. A legislazione vigente, nel 2025 si dovrebbe raggiungere il tasso raccomandato dell’1,3%.


Riportiamo, di seguito, le tematiche di interesse per il nostro settore:

1. Settore delle costruzioni

Il rimbalzo congiunturale della produzione delle costruzioni è definito molto rilevante in quanto pari al 5,9%La fiducia nel settore si mantiene, infatti, su livelli storicamente elevati:

il settore ha fornito un contributo positivo all’aumento dell’attività economica generale, in quanto il comparto continua a beneficare della messa a terra dei progetti legati al PNRR, dando slancio al segmento non residenziale; è migliorato anche il tasso che misura i ritardi di pagamento relativo al comparto.

 

2. Rigenerazione urbana

In riferimento al completamento di 1.080 progetti di rigenerazione urbana, previsto entro giugno 2026, il Governo sta lavorando alla rideterminazione dei progetti e delle risorse da destinarvi, a seguito della contrazione della spesa complessiva a 2 miliardi disposta a dicembre 2023. In particolare, si prevede un finanziamento nazionale per più di 180 progetti. Ne consegue che continueranno a partecipare al target più di 2.000 progetti che, al momento, si trovano quasi tutti in una fase di esecuzione dei lavori, con più di 160 che hanno concluso l’opera e altri 400 circa che hanno già avviato la fase di collaudo.

Rispetto ai Piani Urbani Integrati, si rileva che, su un totale di n. 521 interventi, individuati con Decreto del 12 giugno 2024, il numero dei progetti avviati e sviluppati ha superato con anticipo il target di riferimento, pari a 300, previsto per giugno 2026. Gli interventi che risultano già ultimati rappresentano il 22%.

Per quanto concerne il Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare (costruzione e la riqualificazione di 10.000 unità abitative e la riqualificazione di almeno 800.000 metri quadrati di spazi pubblici), le risorse sono state assegnate a Regioni, Città Metropolitane e Comuni per complessive 159 proposte, di cui 151 ‘Proposte ordinarie’ (di importo fino a 15 milioni) e 8 ‘Proposte pilota’ (fino a 100 milioni), per un totale di 2,9 miliardi. È stata erogata l’anticipazione del 10% a tutti gli Enti beneficiari.

 

3. Valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico

È in corso lo sviluppo di un sistema di elaborazione che permetterà di identificare specifici cluster e opportunità di valorizzazione tra cui la riconversione e la trasformazione di immobili non utilizzati per social housing, asili nido e studentati. Sono in atto alcune proposte normative a favore di un ampliamento del campo di indagine del censimento dei beni immobili pubblici, volte a rafforzare la valorizzazione del patrimonio esistente, favorendo da un lato il contenimento della spesa pubblica e, dall’altro, la riduzione del consumo di suolo.

A favore dello sviluppo di iniziative nel settore dell’Edilizia Residenziale Sociale, l’attività svolta dalla Società Investimenti Immobiliari Italiani Società di Gestione del Risparmio rileva la presenza di progettualità a forte connotazione sociale, diretti a:

– realizzare residenze per anziani e studentati;

– valorizzare immobili da destinare ad alloggi a canoni sostenibili per i lavoratorie di immobili da locare agli enti ai fini della soddisfazione dei fabbisogni delle comunità anche in zone a minor valore;

– creare spazi di riqualificazione, come asili e palestre utilizzando unità ad oggi non utilizzate.

 

4. Politiche abitative e rigenerazione urbana

Il Governo starebbe sviluppando delle Politiche abitative strategiche, a supporto di famiglie e soggetti vulnerabili per favorire l’accesso alla casa e una maggiore mobilità dei lavoratori, in linea con le richieste del mercato del lavoro.

 

5. Il Piano Casa Italia e altre misure per l’accesso alla casa

Sono stati avviati i tavoli di confronto a livello ministeriale per individuare le priorità e i fabbisogni abitativi, nonché le strategie e gli investimenti da avviare, volti alla stesura di linee guida per la sperimentazione di modelli innovativi di edilizia residenziale pubblica, in attuazione della legge di bilancio per il 2024.

La Legge di Bilancio 2025 ha esteso l’ambito di applicazione anche all’edilizia sociale e ha previsto l’approvazione, mediante apposito DPCM, di un piano nazionale per l’edilizia residenziale pubblica e sociale denominato ‘Piano casa Italia’, per la cui realizzazione sono disposti 560 milioni tra il 2028 e il 2030. Sono inoltre previste diverse agevolazioni fiscali finalizzate, principalmente, a supportare le famiglie con redditi medio-bassi nel pagamento delle spese relative ai canoni abitativi e nell’acquisto della prima casa. Tra gli obiettivi preposti, ci sono:

– maggiore integrazione sociale, attivando anche forme di co-housing intergenerazionale e welfare occupazionale;

recupero del patrimonio esistente di edilizia residenziale pubblica;

riconversione di edifici aventi altra destinazione attualmente in disuso;

– l’utilizzo dell’invenduto di edilizia privata;

nuove costruzioni in aree dismesse, per limitare il consumo di suolo e potenziare la disponibilità di nuovi alloggi per le esigenze abitative di specifiche categorie.

 

6. Superbonus e Bonus edilizi

Il flusso dei crediti di imposta continuerà a comportare un aumento del fabbisogno di cassa del settore statale, contribuendo in modo determinante alla temporanea crescita del rapporto debito/PIL. L’impatto di questo fattore dovrebbe raggiungere il picco nell’anno in corso (pari all’1,9 per cento del PIL), in lieve aumento rispetto al 2024, in quanto sconta quota parte dell’intero ammontare di crediti da Superbonus emersi e accumulati nel periodo 2020-2024;

Dal 2027, l’impatto dei crediti di imposta da Superbonus è atteso in netto ridimensionamento (con una riduzione di 0,7 punti percentuali in rapporto al PIL rispetto al 2026), favorendo il ritorno del rapporto su un sentiero discendente.

 



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