ANCE, presentato l’Osservatorio congiunturale sull’industria delle costruzioni 2025

Si è tenuta ieri, Martedì 28 gennaio alle ore 10.30, presso la sede ANCE, in via Guattani n.16, a Roma, la presentazione dell’Osservatorio congiunturale sull’industria delle costruzioni 2025 della nostra Associazione Nazionale (link alla registrazione del convegno).

Il Vice Presidente, Piero Petrucco, è intervenuto, in apertura dei lavori, sull’importanza del ruolo rivestito dal settore delle costruzioni, filiera che ha trainato la crescita del Paese, raggiungendo risultati anche importanti a livello europeo.

Eppure, secondo i dati ANCE, la frenata del settore delle costruzioni c’è anche se Istat non la vede: -5,4% è la stima di chiusura del 2024, -7% la previsione per il 2025.

Questo è quanto ha affermato, a seguire, Flavio Monosilio, il Direttore del Centro Studi ANCE, che ha illustrato i dati dell’Osservatorio: l’aumento delle opere pubbliche non ha compensato il calo dell’edilizia privata e per il 2025 è atteso un ulteriore rallentamento. I dati indicano -5,3% nel 2024 rispetto all’anno precedente nonostante il +21% delle opere pubbliche. E le attese per il 2025 sono di una nuova flessione del 7%, malgrado il +16% delle opere pubbliche per effetto del PNRR (nota di sintesi)

Il biennio 2025-2026, spiega la Presidente ANCE, Federica Brancaccio, vedrà ancora più forte il contributo del Piano europeo che, per il suo completamento richiede la realizzazione di circa 54 miliardi di euro di investimenti in opere pubbliche. Anche nel 2027, è probabile che le opere possano beneficiare di un “effetto trascinamento” del PNRR per il completamento degli interventi, in parte finanziati dalle risorse europee, ancora in corso di realizzazione ma “a partire dal 2028, invece, si apre un periodo di grande incertezza. Le stime indicano che il PNRR, negli anni di massima realizzazione, peserà circa il 30% dell’intero comparto delle opere pubbliche e che, al termine del Piano, se non verranno adottate misure adeguate, il mercato rischia di tornare ai livelli del 2011, nel pieno della crisi delle costruzioni”.

Entro febbraio, il Governo intende presentare all’Europa, la revisione del Piano, con un approccio, condiviso da ANCE, volto a salvaguardare i fondi europei, che sta determinando un vero e proprio cambio culturale, contribuendo al miglioramento dei processi decisionali e operativi.

Un trend confermato anche dalla relazione di Sauro Mocetti, del Dipartimento di Economia e Statistica della Banca d’Italia: “oltre i 2/3 delle risorse da mettere a gara sono state bandite e il 70% dei bandi finanziati o co-finanziati con il PNRR è stato aggiudicato. Tra quelli aggiudicati, nel 55% dei casi sono stati avviati i lavori, che proseguono mediamente bene. Qualche difficoltà si riscontra, invece, per i cantieri che fanno riferimento a bandi più grandi”.

La prospettiva del post-PNRR preoccupa Federica Brancaccio che invita a guardare avanti: “C’è tanto da fare per questo Paese, c’è l’emergenza della casa, c’è da intervenire sul nostro fragile territorio, bisogna mettere in campo tutte le azioni necessarie per contrastare i cambiamenti climatici e continuare su quel processo di ammodernamento sostenibile del Paese che il Piano europeo ha avviato ma non completato”.

Occorre, invece, rispondere alle emergenze del Paese e a tutte le sfide che l’Europa ci pone: la messa in sicurezza del territorio, la riduzione delle emissioni inquinanti, attraverso la riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare; l’ammodernamento infrastrutturale delle reti, un’offerta abitativa accessibile.

Con la Direttiva Green – ha dichiarato la Presidente Brancaccio – l’Unione ci ha dato un percorso da seguire, da qui al 2050, con un obiettivo molto ambizioso, ossia di rendere il patrimonio immobiliare privato e pubblico neutro dal punto di vista delle emissioni climalteranti. È uno sforzo grande ma la prospettiva di 25 anni lo rende fattibile. Dobbiamo, però, ragionare operativamente sulla strategia che si vuole percorrere e gli strumenti che possono essere messi a disposizione. Aspettare, vuole dire perdere del tempo prezioso e accumulare ritardi difficili da recuperare”.

I cambiamenti climatici e l’aumento della frequenza degli eventi naturali estremi, uniti alla fragilità del territorio italiano richiedono un’attenzione particolare al tema della prevenzione e messa in sicurezza idrogeologica e sismica del territorio e degli immobili, pubblici e privati. “Occorre spendere rapidamente i fondi disponibili per il dissesto idrogeologico e avviare un piano di prevenzione sismica degli edifici, destinando a tale finalità risorse adeguate a intervenire nelle aree a maggiore rischiosità”, sottolinea Federica Brancaccio. “Un’urgenza – rilancia il Vice Presidente Petrucco – che richiede al più presto un programma di efficientamento del patrimonio immobiliare, in modo da ridurre le emissioni di CO2 e raggiungere l’obiettivo della totale decarbonizzazione entro il 2050, e un Piano per l’adattamento climatico, in linea con gli obiettivi europei e le sfide globali che ci attendono”. In questo contesto, inoltre, bisogna accelerare e potenziare la realizzazione del Piano nazionale di interventi infrastrutturali e per la sicurezza nel settore idrico, in modo da aumentare l’efficienza nell’utilizzo dell’acqua in tutti i settori (civile, industriale, energetico, agricolo), attivando sistemi di monitoraggio, investendo in manutenzione e sviluppo delle reti e degli impianti, incentivando il riciclo e la raccolta.

La Presidente Brancaccio ha poi illustrato il documento di proposte, elaborato da ANCE e Confindustria, sull’emergenza abitativa e il Piano Casa.

Se vogliamo un Paese socialmente coeso, sano, inclusivo, dobbiamo affrontare e risolvere il problema dell’accesso alla casa: è necessario individuare soluzioni abitative per i lavoratori e per le famiglie, così da soddisfare il bisogno strutturale di alloggi a un costo sostenibile per le diverse categorie di redditi”.

I pilastri su cui si basano le proposte sono 3:

1) semplificazioni urbanistiche e amministrative

2) misure fiscali

3) sviluppo di strumenti finanziari e di garanzia che rendano possibile la partecipazione all’investimento dei privati.

I lavori si sono conclusi con l’invito della Presidente Brancaccio alla resilienza: “un concetto che abbiamo imparato a conoscere con il PNRR. Abbiamo capito che quando un Paese crea ricchezza, determina la serenità dei cittadini, perché saranno parte integrante del circuito sociale ed economico. Il PNRR ha introdotto un nuovo modo di valutare i programmi di investimento e la loro efficacia, non strettamente legati esclusivamente alla capacità di spesa di un’amministrazione. Ha provocato un cambio culturale epocale per la nostra Pubblica Amministrazione. Adesso dobbiamo estendere questo approccio anche ai programmi di investimento che l’Europa ha deciso di perseguire e che ritiene vitali per la tenuta della nostra Unione: la riqualificazione immobiliare, l’ambiente, l’accesso alla casa”.

 

In allegato, le slide illustrate durante il convegno e la scheda stampa dell’Osservatorio.



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