ANCE, a rischio 23mila cantieri. Extracosti per 5 miliardi.

L’ANCE, l’Associazione Nazionale dei Costruttori Edili, stima per la prima volta l’entità dei lavori pubblici in corso, il flusso annuale dei pagamenti previsti di circa 33 miliardi e l’impatto, calcolato in cinque miliardi, provocato dagli extracosti direttamente sulle imprese.

Sono 23mila in questo momento i cantieri di opere pubbliche aperti in Italia per un investimento di 162 miliardi e praticamente tutti presentano un rischio crescente di paralisi o di forte rallentamento, con seri danni alle imprese appaltatrici, per effetto degli extra costi causati prima dall’aumento dei prezzi dei materiali e ora dai forti rincari dell’energia. Gli attuali meccanismi di compensazione sono lenti e incerti e a fine anno scadranno anche quelli, lasciando nel vuoto assoluto di certezze l’intero settore.

Sono le imprese appaltatrici, infatti, fin dal 2021, ad aver anticipato la copertura dei costi aggiuntivi per mandare avanti i cantieri e questo ha permesso di evitare chiusure massicce.

Per gli Stati di Avanzamento dei Lavori (Sal) rilasciati nel corso del 2021 si sommano tre problemi: la lentezza dei rimborsi che arrivano, quando arrivano, con 18 mesi e oltre di ritardo; la rinuncia, da parte di molte stazioni appaltanti, a presentare la richiesta per i fondi compensativi a causa della complessità della procedura e della documentazione richiesta; la copertura molto parziale delle compensazioni definite dalle rilevazioni Mims rispetto alla reale entità degli extracosti (su questo punto c’è un contenzioso innescato dai ricorsi di Ance e altre organizzazioni contro il Mims e le prime pronunce del Tar Lazio danno ragione alle imprese).

 

FONTE: Il Sole 24 Ore



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