Analisi Deloitte sulla Direttiva Case Green: l’Italia pagherà almeno 800 miliardi, più della media UE

Nella giornata del 22 maggio 2024, nel corso dell’evento “Greenhouse Legislation: black hole or pink future per il Real Estate italiano?”, Deloitte ha presentato un’analisi sull’impatto della Direttiva Case Green in Italia.

La nuova Direttiva, che entrerà in vigore il 28 maggio (vedi circolare e notizia di ANCE EMILIA), stabilisce nuove misure che imporranno ai Governi europei un miglioramento strutturale dell’efficienza energetica degli edifici, con l’obiettivo di tracciare un percorso per raggiungere un parco edifici neutrale dal punto di vista climatico entro il 2050 tramite la riduzione del consumo energetico, azzeramento delle emissioni CO2, l’eliminazione delle caldaie alimentate esclusivamente a combustibili fossili e l’installazione di pannelli solari. Ogni Stato membro potrà declinare la normativa sul proprio territorio in maniera autonoma, purché almeno il 55% del calo di energia derivi dalla ristrutturazione degli edifici con classi energetiche meno efficienti.

Secondo l’elaborazione di Deloitte da dati Istat, nel 2024 il parco immobiliare italiano è costituito da più di 13 milioni di edifici, di cui circa l’89% ad uso residenziale. Gli immobili produttivi e commerciali rappresentano solo il 2% ciascuno del patrimonio complessivo, mentre gli edifici con altra destinazione d’uso corrispondono a circa il 7% del totale.

In Italia, oltre 8 fabbricati residenziali su 10 sono obsoleti: più dell’83% degli edifici residenziali risulta costruito prima del 1990 e più della metà (57%) è risalente a prima degli anni ‘70.

L’obsolescenza degli edifici è considerata una delle principali cause di inefficienza energetica degli immobili ed è il motivo che ha spinto la Commissione europea a promuovere la revisione della Direttiva EPBD (Energy Performance of Buildings Directive).

L’Italia è strutturalmente molto indietro rispetto agli altri Paesi europei: se si analizza la percentuale di immobili di classe energetica F e G, infatti, si vede che in Italia gli edifici appartenenti a questa categoria sono oltre il 60%, mentre in Germania arrivano al 45%, in Spagna al 25% e in Francia appena al 21%. Si stima che per riqualificare il patrimonio immobiliare degli edifici potrebbero essere necessari investimenti dagli 800 ai 1.000 miliardi di euro.

Claudio Scardovi, Responsabile Deloitte per M&A e Private Equity ha dichiarato: «Rendere la direttiva europea Case Green un’opportunità di crescita per il Paese è possibile. Per farlo, però, serve una soluzione sistemica capace di indirizzare le criticità patrimoniali ed economiche che la Direttiva potrebbe far ricadere sui cittadini e sul sistema bancario in assenza di una strategia coordinata. Serve, dunque, un piano programmatico che coinvolga sviluppatori e costruttori, investitori istituzionali e il sistema bancario, con il contributo mirato dello Stato».

I rischi previsti da Deloitte riguardano la potenziale svalutazione degli asset a garanzia delle banche e un impatto negativo sulle attività ponderate per il rischio (Risk-weighted assets – RWA).) delle banche e dei prestiti dei mutui erogati. Inoltre, potrebbe esserci una limitazione nell’erogazione del credito, con una stretta sulla vendita di prodotti finanziari associati a immobili con alti consumi energetici. Infine, c’è il tema di una possibile revisione delle regole UE per le maggiori banche, che potrebbe avere un maggior impatto per quelle italiane, visto il contesto sistemico peggiore rispetto agli altri Paesi.

 

FONTE: Sole 24 Ore