Il nuovo numero di Dati INAIL, periodico curato dalla Consulenza statistico attuariale dell’Istituto, aggiorna l’analisi sull’andamento infortunistico e tecnopatico nelle Costruzioni, un settore di attività che negli ultimi anni ha trainato l’economia del Paese e la crescita del PIL, favorito anche dai consistenti investimenti associati agli incentivi fiscali per gli interventi di riqualificazione del patrimonio abitativo e al Piano Nazionale di Ripresa E Resilienza. A fronte della sostanziale stasi del periodo pre-pandemia, nel 2023 il suo valore aggiunto è stato pari a circa 100 miliardi di euro, il 42% in più rispetto ai 70,4 miliardi del 2019 e il 50% in più rispetto ai 66,5 miliardi del 2015.
Nonostante l’impulso degli incentivi per le ristrutturazioni stia venendo meno, il comparto rimane un pilastro fondamentale del sistema economico italiano: nel 2023 risultavano impiegate nelle Costruzioni 1,7 milioni di unità di lavoro annue che hanno lavorato per oltre 3,3 miliardi di ore complessive, valori superiori rispettivamente del 23% e del 25% rispetto al 2019.
Nonostante la legislazione molto specifica e gli sforzi di Istituzioni e Parti sociali per il miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza, l’edilizia si conferma uno dei settori più rischiosi: nel 2023 gli infortuni denunciati nelle Costruzioni sono stati 43.480, in calo del 2,6% rispetto ai 44.658 dell’anno precedente. Al netto degli incidenti avvenuti in itinere, nel tragitto di andata e ritorno tra la casa e il luogo di lavoro, con 39.305 denunce di infortunio in occasione di lavoro il settore edile si colloca al terzo posto nella gestione assicurativa “Industria e servizi”, dopo il Manifatturiero (77.190) e la Sanità (43.782).
Il 57,4% delle denunce è concentrato nel Nord Italia, senza particolari differenze tra parte occidentale e orientale, con la quota rimanente distribuita tra Centro e Sud (21,3% per entrambe le aree): tra le Regioni la Lombardia, con il 15,3% delle denunce, precede Emilia Romagna (11,9%), Veneto (11,6%) e Toscana (9,1%). Circa il 30% dei lavoratori infortunati sono stranieri, a conferma dell’alta percentuale di manodopera non italiana impiegata nel settore. La fascia di età più colpita è quella compresa tra i 40 e i 59 anni, con il 53,9% degli infortuni e il 56,3% dei casi mortali denunciati.
FONTE: INAIL