Analisi CRESME sulla produttività delle Costruzioni: inizio di una nuova fase per la nostra filiera

Nel 2022 la produttività delle Costruzioni è cresciuta più degli altri settori economici, invertendo una dinamica di lungo periodo (+ 9,2% misurata in euro per ora lavorata): si tratta di una crescita importante che va attribuita alla crescita della manutenzione incentivata e delle opere pubbliche e alla crescita dei prezzi, ma anche ai primi processi di innovazione che stanno riguardando i cantieri, e forse a qualche sottostima della crescita occupazionale.

Nonostante la crescita, la produttività delle Costruzioni resta inferiore a quella degli altri settori economici e il tema dell’innovazione e della riduzione del costo dell’errore sono ancora al centro del problema.

Se da un lato il settore delle Costruzioni impiega diverse tipologie di addetti, dalla semplice manodopera al più avanzato esperto specializzato e attiva gran parte degli altri settori produttivi considerati nelle tavole input-output delle contabilità nazionali, dall’altro è caratterizzato anche dal suo forte legame con la tradizione e per le difficoltà ad avviare percorsi di innovazione.

Nel 2022, la produttività oraria del settore delle Costruzioni è stata di appena 26 euro (la media generale era sui 36,5 euro) e anche nel settore della progettazione, dell’attività degli studi di architettura e d’ingegneria mostra livelli di produttività oraria intorno ai 25 euro.

Il problema principale del settore delle Costruzioni è da attribuire al costo dell’errore che l’attività edilizia porta con sé rispetto ad altri settori economici: previsioni di spesa e tempi di esecuzione che si allungano rispetto ai programmi sono certo parte importante delle cause che determinano la bassa produttività.

Tuttavia, la problematica si estende anche all’inefficiente flusso delle informazioni che corre lungo la filiera e all’organizzazione dei rapporti tra gli attori della filiera stessa, come affermato da numerosi studi che si sono succeduti negli anni 2000 su questa tematica a livello internazionale.

Il principale di questi studi, certamente quello che più ha influenzato la letteratura di settore è lo studio realizzato sugli Stati Uniti da Paul Teicholz che analizza le ragioni della produttività calante e descrive i fattori che ne frenano lo sviluppo, fornendo una dettagliata descrizione delle specificità e delle debolezze delle Costruzioni, a cui è utile in forma sintetica fare qui riferimento:

  1. condizioni climatiche e normative diverse che rendono difficile il processo di ottimizzazione della conoscenza nel processo produttivo;
  2. l’impiego di metodi intensivi di capitale innovativi potrebbe non funzionare su progetti futuri, sottoposti alla estrema variabilità della domanda;
  3. il sistema di approvvigionamento delle Costruzioni, la sua filiera, è basata sulla competitività invece che sulla collaborazione;
  4. cattivo utilizzo dei dati, dovuto all’uso di documenti cartacei prodotti da ingegneri, architetti e designer che lavorano in modo indipendente e non sono in grado di prevedere i molti problemi di un progetto che emergono nella fase della costruzione;
  5. il mercato delle Costruzioni tende a tenere con il freno a mano tirato gli investimenti in beni strumentali e nella prefabbricazione, tendendo a ridurre la formazione della forza lavoro e a impiegare la manodopera più economica disponibile:
  6. le Imprese più piccole (molte con un solo dipendente) hanno difficoltà ad adattarsi ai metodi intensivi di capitale, anche perché non hanno la capacità economico-finanziaria- culturale per fare gli investimenti necessari;
  7. l’attività di riqualificazione presenta, per le sue caratteristiche e per le sue dimensioni, aspetti di ottimizzazione più complessi rispetto a quelli della nuova costruzione.

Eppure, se si guarda alle tendenze più recenti, qualcosa sembra stia cambiando: a conti fatti, nel triennio post pandemico le Costruzioni sono state il settore che ha sperimentato l’aumento maggiore della produttività oraria. Questo exploit settoriale è stato influenzato da diversi fattori:

  1. il rapido incremento dei prezzi, considerando le ben note difficoltà nella misurazione dell’inflazione in ambito settoriale;
  2. la sottostima delle ore lavorate potrebbe aver inciso, in positivo, sulla misura delle metriche di produttività:
  3. la crescita del mercato della ristrutturazione incentivata, che secondo le stime del CRESME nell’ultimo triennio ha assorbito circa il 30% del totale degli investimenti. La finanziarizzazione del settore, determinata dalla possibilità di cessione del credito di imposta, la necessità di rispettare tempistiche certe nell’esecuzione dei lavori, i maggiori controlli, la comparsa di un’attività amministrativa nelle voci di ricavo delle Imprese e una maggiore attenzione agli aspetti di gestione del processo produttivo, possono aver favorito la crescita della produttività settoriale.
  4. l’espansione del mercato delle infrastrutture (+11,5% l’aumento del valore della produzione tra 2022 e 2019) potrebbe aver svolto un ruolo nella crescita della produttività, dato che le Imprese operanti nel settore del genio civile, mediamente di dimensioni maggiori e più strutturate, mostrano livelli di produttività superiori a quelli delle Imprese edilizie.
  5. l’importanza della componente impiantistica (oggi vale il 35% della produzione settoriale, il dato più alto in Europa, quado dieci anni fa era il 27%);
  6. lo sviluppo della digitalizzazione del processo.

In allegato, l’articolo di CRESME Daily per una completa consultazione dell’analisi.



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