In data 16 novembre 2023, l’ENEA ha pubblicato i risultati dell’aggiornamento trimestrale dell’Analisi del sistema energetico italiano.
I dati evidenziano che nel terzo trimestre l’andamento dei consumi è di nuovo in linea con l’andamento del PIL, della produzione industriale e del clima: è infatti tornato ad annullarsi il disaccoppiamento fra la dinamica della domanda di energia e quella dei suoi principali driver che si era registrato nell’ultimo anno e mezzo.
Sul fronte emissioni, anche nel III trimestre 2023 il calo è stato determinato per la gran parte dall’industria energivora e soprattutto la generazione elettrica (-15% rispetto a un anno prima), mentre negli altri settori si stima una flessione inferiore al 2%.
In termini di fonti, nel III trimestre la marginale flessione dei consumi di energia è la risultante del calo delle fonti fossili per circa -40% l’utilizzo del carbone e dell’aumento delle rinnovabili (+20%) per un valore di poco inferiore, grazie soprattutto alla ripresa dell’idroelettrico.
Nell’insieme dei primi nove mesi, il primo conduttore del calo complessivo dei consumi è ancora il gas, seguito da carbone e petrolio, mentre aumenti significativi hanno registrato rinnovabili elettriche (+10%) e import netto di elettricità. In termini di settori, il marginale calo della domanda nel III trimestre è dovuto al calo dei consumi elettrici di industria e civile, in coerenza con produzione industriale e PIL.
Un dato positivo è il forte incremento dell’indice sintetico della transizione energetica ISPRED, che nel III trimestre è aumentato del 48% rispetto a un anno prima, legato in gran parte all’andamento della componente decarbonizzazione (grazie al calo delle emissioni) e in misura minore ai prezzi dell’energia (diminuiti rispetto ai livelli record della seconda metà del 2022), anche se l’incremento della quota di FER sui consumi finali, che a fine anno dovrebbe raggiungere il target del 20,5%, superando il massimo storico del 2020, non è ancora in linea con la traiettoria necessaria a raggiungere il nuovo obiettivo del 40% al 2030.
Fra gli aspetti più critici che emergono dall’Analisi, vi è il forte deficit nella bilancia commerciale delle tecnologie chiave per la decarbonizzazione: nel primo semestre 2023 il disavanzo ha superato i 3 miliardi di euro, pari a quasi l’80% del deficit registrato nell’intero 2022, con il peso del saldo commerciale sul PIL che ha raggiunto lo 0,32% (era allo 0,2% nel 2022). A pesare sono soprattutto le importazioni di accumulatori agli ioni di litio, pannelli fotovoltaici e veicoli ibridi plug-in.
Quanto alla capacità innovativa, dai più recenti dati di brevetto emerge come anche la tenuta competitiva dell’Italia nelle tecnologie per l’efficienza energetica presenti alcuni rischi, a fronte di una crescita della competizione tecnologica tra paesi a livello mondiale e di una rapida avanzata dell’area asiatica.