Audizione ANCE in Senato, Vanessa Pesenti: “C’è spazio per una liquidazione immediata dei crediti bloccati. Per il futuro soluzioni strutturali.”

Si è svolta il 7 marzo l’Audizione dell’ANCE presso la Commissione Finanze del Senato nell’ambito dell’indagine conoscitiva sugli strumenti di incentivazione fiscale con particolare riferimento ai crediti d’imposta.

L’intervento della Vicepresidente Economico-fiscale-tributariaVanessa Pesenti, è stato incentrato sui bonus edilizi e in particolare sulla drammatica situazione di blocco della cessione dei crediti, che sta creando serissime difficoltà ad imprese e famiglie.

Nella fase preliminare dell’indagine vanno analizzati, oggettivamente, i lati positivi dei bonus edilizi:

  1. I bonus edilizi sono un potente strumento per stimolare il PIL e creare occupazione. I bonus fiscali hanno infatti trainato gli investimenti in edilizia nel biennio 2021-2022: un terzo dell’aumento del Pil è stato attribuibile alle costruzioni; il successo dei bonus ha prodotto una parte rilevante delle entrate record per il bilancio dello Stato nel 2022 (+45 miliardi tra gennaio e novembre) con le quali è stato possibile aiutare le famiglie nella «crisi del gas» (70 miliardi per contenere la spesa energetica e 12,5 del «bonus 200€»); gli effetti positivi sono visibili anche in termini di occupazione con +250 mila posti di lavoro nelle costruzioni in due anni di cui 170 mila grazie ai bonus fiscali.
  2. Servono incentivi efficaci per raggiungere gli obiettivi di riqualificazione energetica degli edifici: la direttiva europea sulle “case green” impone un ritmo di riqualificazione di circa 180.000 edifici all’anno (un ritmo simile a quello raggiunto negli ultimi due anni con Superbonus e cessione del credito).
  3. La cessione del credito è uno strumento indispensabile per assicurare che tutte le famiglie possano riqualificare la propria abitazione. Contrariamente a quanto affermato da alcuni osservatori, infatti, il Superbonus è il bonus edilizio a cui hanno potuto accedere maggiormente le famiglie meno abbienti, come evidenziato dall’Ufficio Parlamentare di Bilancio (UPB).
  4. È necessario trovare un equilibrio tra politiche di riqualificazione energetica e sostenibilità della finanza pubblica, anche alla luce del recente parere di Eurostat;
  5. La qualificazione degli operatori che intervengono su cantieri che beneficiano di incentivi statali è un elemento imprescindibile.

In merito all’esperienza dei bonus edilizi, sia il Superbonus che gli altri bonus per l’edilizia (Bonus ristrutturazioni, Ecobonus e Sismabonus “ordinari”) sono gli strumenti principali per il conseguimento della transizione ecologica e per lo sviluppo sostenibile del territorio.

Per questo, devono costituire un elemento centrale della prossima riforma fiscale: occorre che questi incentivi siano stabilizzati, così da premiare a regime chi investe nell’efficientamento e nella messa in sicurezza del proprio immobile. Queste considerazioni suonano ancora più urgenti, dati gli obiettivi che l’Europa si sta prefissando con la “Direttiva case green.

A questo punto le questioni imprescindibili sono due:

  • ­risolvere, oggi, il dramma legato ai cd. crediti “incagliati” che colpisce famiglie e imprese;
  • ­adottare un’ottica lungimirante, che guardi alla transizione ecologica e alle caratteristiche del nostro patrimonio immobiliare e che sappia inserire gli incentivi edilizi in un progetto politico ambizioso, consapevole e di lungo termine.

Nei giorni scorsi, infatti, l’ISTAT ha rivisto le stime sugli effetti dei bonus sui conti delle Amministrazioni pubbliche per il triennio 2019-2021. In definitiva, i dati ISTAT hanno chiarito, una volta per tutte, che i crediti derivanti dai bonus edilizi sono già stati contabilizzati nel bilancio dello Stato e quindi, come sostenuto dall’ANCEc’è spazio per una liquidazione immediata dei crediti incagliati in capo a famiglie e imprese.

In questo contesto l’incidenza dei bonus edilizi è stata decisiva, come dimostrano i principali (ANCE, anche dal Consiglio Nazionale Ingegneri, CENSIS, Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, Nomisma) che, seppur con diversi approcci metodologici, le evidenze delle ricerche non lasciano dubbi circa gli effetti positivi che i bonus edilizi, e in particolare il Superbonus 110%, hanno generato sia per il sostegno all’economia sia per il gettito fiscale di ritorno.

L’Ufficio Parlamentare di Bilancio, ha asserito che l’obiettivo posto dal PNRR di realizzare entro il 2025 la ristrutturazione di almeno 100.000 edifici è stato raggiunto, grazie al Superbonuscon due anni di anticipo.

In 15 mesi, si contano ben 18 provvedimenti (tra Decreti Legge e Leggi di conversione) per circa 22 modifiche normative, quasi 1 ogni 45 giorni, alcune anche con effetti retroattivi, che hanno modificato ripetutamente la disciplina originaria della cessione dei crediti di imposta in materia edilizia.

Con l’ultimo intervento ad opera del DL 11/2023, si è arrivati, quindi, al blocco totale della cessione dei crediti e dello sconto in fattura per il futuro ed al divieto di acquisto dei crediti da parte degli Enti pubblici che si erano dimostrati disponibili ad acquistare i crediti incagliati, con una disciplina transitoria del tutto insufficiente. Le imprese di costruzione che non sono riuscite a monetizzare il credito, si trovano in grande difficoltà.

Appare quindi indispensabile introdurre soluzioni certe e di immediata attuazione per lo sblocco totale dei crediti pregressi, da parte di Governo e Parlamento.

Per riuscirci, la soluzione principale e più efficace è utilizzare gli F24 a compensazione dei crediti maturati, come ANCE e ABI hanno proposto da tempo, una misura resa ora possibile anche dalle recenti indicazioni di Eurostat: si tratta di una misura di carattere straordinario, limitata nel tempo e nella quantità, volta ad evitare la crisi di numerose imprese che hanno praticato lo “sconto in fattura” e dei condomìni/persone fisiche che, per effettuare i lavori, hanno fatto ricorso a ingenti finanziamenti, confidando nella possibilità di poter monetizzare il credito mediante il meccanismo della cessione.

Questa soluzione non ha impatti sul gettito, in quanto comporta solo una differente modalità di utilizzo in compensazione dei crediti di imposta.

Per il dettaglio della posizione ANCE si vedano i documenti in allegato consegnati agli atti della Commissione.

Riportiamo il link dell’Audizione in Senato e il link di una recente intervista della Vicepresidente Pesenti rilasciata al TG 3 sempre sul problema dei crediti “incagliati” e sulle criticità derivanti dal blocco della cessione e dello sconto, imposto dal recente DL 11/2023.

 

FONTE: ANCE



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