Servono 40 miliardi all’anno per i soli edifici residenziali, ai quali sommare 19 miliardi per la riqualificazione energetica degli immobili strumentali. Una mole di investimenti superiore a quella movimentata dal superbonus: in due anni, infatti, il 110% ha convogliato 62 miliardi di lavori su circa 360mila edifici (tra condomini, case unifamiliari e unità indipendenti). Sono stime dell’ANCE, che danno la misura di quale potrebbe essere l’impatto della direttiva europea sulle case green, attualmente in discussione a Bruxelles.
Nei calcoli sono considerati solo gli edifici sui quali per la direttiva sarà prioritario intervenire, cioè il 15% del patrimonio più energivoro. «L’obiettivo della direttiva – spiega l’analisi dell’ANCE – comporta il miglioramento della prestazione energetica di oltre 1,8 milioni di edifici in sette anni», ai quali vanno sommati i fabbricati con destinazione non residenziale: una sfida che richiederà un impegno importante, da supportare con una politica di incentivi.
Le stime ANCE partono dai numeri costantemente raccolti da Enea sui lavori agevolati con le detrazioni fiscali per l’efficienza energetica, i quali consentono oggi di mappare per la prima volta quali sono stati i lavori più utilizzati nell’ambito dei Superbonus. L’elenco è contenuto nella versione finale del Rapporto annuale dell’Agenzia sulle detrazioni fiscali. Riguarda interventi effettuati nel 2021 (per un totale di circa 15,4 miliardi) ma offre indicazioni che, con ogni probabilità, troveranno conferma anche per i mesi successivi.
I lavori sull’involucro degli edifici rappresentano, allora, il pezzo più rilevante del superbonus: quindi, cappotti termici, sostituzione di infissi, coibentazione di soffitti e tetti (Oltre il 61% degli investimenti registrati da Enea ha riguardato questi lavori). La nota negativa, rilevata da Enea, è rappresentata dai costi specifici unitari risultano più elevati rispetto ai corrispondenti dell’Ecobonus, in parecchi casi circa il doppio: ciò è dovuto alla maggiore complessità della procedura e degli adempimenti e probabilmente anche all’entità dell’aliquota di detrazione. Lo sconto fiscale molto elevato, insomma, ha ridotto il contrasto di interessi tra committente e fornitore, inducendo un rialzo dei prezzi al metro quadrato rispetto agli stessi lavori incentivati con l’Ecobonus.
Proprio per contrastare questo fenomeno, è stato varato il decreto del ministero della Transizione ecologica del 14 febbraio 2022 sulla congruità dei prezzi.
In allegato, l’articolo del Sole 24 Ore.