Riportiamo di seguito l’articolo a firma di Laura Serafini pubblicato oggi sul Sole 24 Ore. In allegato, le interviste alla Sottosegretaria all’Economia Cecilia Guerra e all’Onorevole Riccardo Fraccaro.
Il Governo lavora ad un nuovo decreto per correggere la norma del Sostegni Ter che blocca le cessioni multiple dei crediti di imposta. E non soltanto quella: la questione che ora sta tenendo al palo CDP, Poste e alcune banche sono le frodi già subite sui bonus (almeno 2 miliardi) e che hanno comportato il sequestro dei crediti fiscali da parte delle procure. Ripristinare le cessioni multiple, ora bloccate più che altro per motivi di antiriciclaggio, è relativamente semplice. L’ipotesi più percorribile è ammettere a quelle operazioni i soggetti vigilati dalla Banca d’Italia (art. 106 Tub) e quindi obbligati alle segnalazioni antiriciclaggio e anche, come sollecitato dal mondo bancario, le società veicolo riconducibili agli istituti di credito.
Un correttivo di questo tipo rimetterebbe in corsa anche altri operatori, come alcune utility, che hanno nel gruppo società di pagamenti (Imel) e che quindi sono soggetti vigilati. Ma non ostante una correzione di questo tipo, che riaprirebbe il mercato secondario, tutto il meccanismo farebbe in ogni caso fatica a rimettersi in moto finché non viene chiarita la catena dei rischi e delle responsabilità. Inevitabile, da questo punto di vista, rimettere mano anche al decreto antifrodi. Ma come? Bisogna chiarire come gestire il pregresso: e cioè chi paga, sia in termini economici e sia penali, per le frodi già subite? (L’incauto acquisto è reato). E come ci si dovrà regolare in futuro? Lo Stato certo non può garantire questi rischi: sarebbe a dir poco un aiuto di Stato. Da una parte l’Agenzia delle Entrate potrebbe fare da filtro per selezionare i crediti fiscali puliti, ma sicuramente un più serrato sistema di controlli dovrebbe fare capo a chi compra. In questo caso, però, se si spostasse l’onere dei controlli per legge a carico di chi compra (e dunque anche la responsabilità in caso di frode) per gli operatori non sarebbe semplicissimo gestire questi rischi: le banche, ad esempio, potrebbero essere obbligate a fare nuovi accantonamenti patrimoniali.
La conferma che l’esecutivo sta ragionando su nuovi interventi ieri è arrivata dal Parlamento, a valle delle risposte al question time presso la commissione Finanze della Camera. «Alla fine siamo stati ascoltati: il Governo sbloccherà con un nuovo decreto la cessione dei crediti derivanti dai bonus edilizi», hanno dichiarato Giovanni Curro e Vita Martinciglio, vicepresidente e capogruppo in commissione Finanze alla Camera (M5S). Peraltro il fatto che alcuni operatori hanno sospeso in via gli acquisti dei crediti fiscali potrebbe aprire a un’ondata di cause per risarcimento danni. È il caso di quei soggetti che avevano fatto caricare pratiche sulle proprie piattaforme e poi le hanno bloccate, come è accaduto con Poste e CDP. E ancora: in alcuni casi sono state firmate lettere di impegno oppure fatte deliberazioni preliminari. Le imprese rimaste in mezzo al guado per aver comprato crediti fiscali oltre la capienza fiscale sono numerose e alcune rischiano di saliare.
La decisione dell’esecutivo di cambiare le regole in corsa quando ormai il mercato era partito e le imprese avevano fatto affidamento sulle prospettive di business potrebbe, secondo alcuni, aprire anche a class action. Insomma, la matassa è davvero complessa da dipanare. Anche se ormai tutte le forze di maggioranza sono compatte nel chiedere una revisione delle norme sul divieto di cessione multipla. «Appare ormai scontata la scelta del Governo di approvare la prossima settimana un decreto legge per correggere le storture generate nel funzionamento dei bonus edilizi, tra cui il Superbonus, dal DL Sostegni ter e dal precedente DI antifrodi. L’onestà intellettuale deve portare a riconoscere dietro questo risultato importante il pressing svolto dal M5S», ha affermato Daniele Pesco (M5S), presidente della Commissione Bilancio del Senato.
«Le eventuali criticità della norma sul Superbonus non possono essere corrette sacrificando il principio della certezza del diritto. Gli operatori hanno diritto ad avere un quadro di riferimento normativo stabile. La Lega ha elaborato una modifica che estende le possibilità di cessione del credito a condizioni che eliminano la possibilità di un utilizzo fraudolento», hanno dichiarato i responsabili economia ed energia della Lega, Alberto Bagnai e Paolo Arrigoni. «Il Governo deve intervenire già questa settimana con un decreto che corregga il decreto Sostegni ter, i cui effetti sono già in corso. Se anche dovesse passare il nostro emendamento soppressivo al decreto sostegni, è evidente che lasceremmo comunque famiglie e imprese in una condizione inaccettabile da qui a fine marzo», ha detto il senatore Andrea Ferrazzi, capogruppo del PD in commissione Ambiente.