Con Delibera del Consiglio n. 539 del 20 novembre 2024, è stato approvato l’atto di segnalazione al Governo e al Parlamento n. 3 di ANAC, che si basa sui risultati dell’Indagine conoscitiva sul tema del dissesto idrogeologico, avviata da ANAC lo scorso anno: l’analisi ha permesso di valutare lo stato dell’arte delle maggiori opere di difesa del suolo, Regione per Regione, con lo scopo di supportare la facilitazione degli interventi a cura dei Commissari Straordinari per il dissesto, identificati dal 2015 in poi nei presidenti di Regione, affiancando gli Enti nella risoluzione delle procedure complesse, per un’accelerazione dei lavori e per garantire che gli stanziamenti siano davvero utilizzati superando le difficoltà e evitando nuove emergenze.
ANAC ha voluto formulare proposte di modifica in relazione alla normativa di settore, esercitando uno dei compiti che il Codice degli appalti attribuisce all’Autorità, alla luce di specifiche aree di criticità rilevate:
1) espungere dalle procedure di valutazione degli interventi, finalizzate all’erogazione dei finanziamenti, le piccole manutenzioni ordinarie, spesso di modestissimo importo;
2) disporre un coordinamento, in capo al Commissario, sulla progettazione di tutti gli interventi proposti dagli Enti territoriali, fermo restando il potere di avvalersi dell’ausilio di organismi competenti;
3) rafforzare le Autorità di bacino, eventualmente sollevandole dal compito di valutare opere di piccola entità;
4) sul piano del monitoraggio, semplificare le procedure mantenendo soltanto la Banca Dati RENDIS (Repertorio Nazionale degli Interventi per la Difesa del Suolo) di ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) e la Banca Dati Nazionale dei Contratti Pubblici (BDNCP) di ANAC, rendendole interoperabili.
Il Report dell’Indagine, allegata all’atto di segnalazione, evidenzia, grazie all’analisi statistica operata sui dati RENDIS, che dal 1999 al 2023 alle Regioni sono stati erogati, a vario titolo, finanziamenti per 17,409 miliardi di euro, per un totale di 25.240 interventi. Tuttavia, non è noto, come specificato, quanti di questi siano specificatamente classificabili come interventi atti effettivamente a prevenire ed eliminare le cause di dissesto del territorio.
Il Report tecnico distingue, inoltre, le ipotesi in cui il Commissario (o il Soggetto Attuatore da questo nominato) opera come Stazione Appaltante (Basilicata, Calabria, Liguria, Sicilia, Toscana, Friuli-Venezia Giulia, Puglia, Abruzzo, Lazio e Molise), da quelli in cui il Commissario opera per lo più in regime di avvalimento (Campania, Emilia-Romagna, Lombardia, Marche, Piemonte, Sardegna, Umbria, Veneto, Valle d’Aosta, oltre alle Provincie autonome di Trento e Bolzano). In questa seconda fattispecie, le situazioni regionali appaiono molto variegate e fortemente condizionate dall’organizzazione e dalla capacità operativa delle strutture.
Nel primo caso, invece, con specifico riferimento agli appalti di lavori, la BDNCP riporta un numero totale di 1.477 procedure per un valore a base d’asta complessivo pari a 1.764.516.989,79 euro.
Dal punto di vista dell’entità dei finanziamenti, la maggior parte risultano essere stati impegnati in appalti aventi classe di importo compresa nella fascia tra 1 e 5 milioni di euro, anche se una parte rilevante degli appalti si colloca nella fascia inferiore.
La procedura aperta risulta utilizzata nel 31,3% dei casi, mentre la procedura negoziata senza bando e quella di affidamento diretto sono state utilizzate rispettivamente nel 27,9% e 21,9% dei casi. Quasi la metà degli affidamenti (49,8%), perciò, avviene con procedure “semplificate”, in ragione dell’importo degli appalti prevalentemente sotto soglia.
FONTE: ANAC