Negli scorsi giorni, ISTAT ha reso disponibile sul proprio Portale, la Nota sull’andamento dell’economia italiana, relativa ai mesi settembre e ottobre 2024.
L’economia internazionale mostra una crescita stabile, caratterizzata però da elevata incertezza e rischi al ribasso legati principalmente alle tensioni geo-economiche: il Fondo Monetario Internazionale prevede un aumento del PIL mondiale del 3,2% sia per quest’anno sia per il prossimo, con un maggior dinamismo in Cina e negli Stati Uniti rispetto all’area euro, il cui tasso di espansione sconta anche la debolezza della Germania. I mercati delle materie prime energetiche mostrano una moderata volatilità. Il prezzo del Brent, dopo la crescita del secondo trimestre (84,9 dollari al barile la quotazione media, da 83,1) determinata dagli effetti delle tensioni geopolitiche, tra luglio e settembre ha registrato una tendenza al ribasso (80,2 dollari al barile) a causa dell’indebolimento della domanda cinese, di scorte elevate e dell’aumento dell’offerta di greggio. I listini del gas naturale hanno mostrato invece, nel corso del 2024, una tendenza ininterrotta al rialzo: 76,8, 81,1 e 89,1 i valori medi dell’indice rispettivamente nei primi tre trimestri di quest’anno. A ottobre, sia il prezzo del Brent sia l’indice del gas naturale hanno evidenziato un rialzo rispetto al mese precedente (75,8 dollari al barile da 74,3 e 97 da 92,1 rispettivamente). Il commercio globale continua a cescere ma le prospettive sono in leggero peggioramento. Dopo un incremento moderato nei primi tre mesi del 2024 (+0,4% la variazione su base congiunturale), i volumi del commercio internazionale di merci sono cresciuti a un ritmo più sostenuto nel secondo trimestre (+1,1%), trainati dalle esportazioni cinesi e statunitensi. Ad agosto, gli scambi mondiali sono aumentati dell’1,4% in termini congiunturali (-0,3% a luglio) Le prospettive però sono ancora in leggero peggioramento: l’indice globale dei manager degli acquisti (PMI) per i nuovi ordini all’esportazione, che anticipa la tendenza del commercio internazionale, a ottobre, seppur in marginale risalita, è rimasto sotto la soglia di espansione del 50%.
Nel terzo trimestre, il livello del Pil italiano, in base alla stima preliminare, è rimasto stazionario rispetto ai tre mesi precedenti, registrando un risultato peggiore rispetto ai principali partner europei e alla media dell’area euro: in base ai dati provvisori, nel terzo trimestre il livello del PIL italiano in valori concatenati con anno di riferimento 2020, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è rimasto stazionario rispetto ai tre mesi precedenti. L’attività economica ha rallentato rispetto alla prima metà dell’anno, segnando un risultato peggiore rispetto ai principali partner europei e alla media dell’area euro (+0,4%). La domanda nazionale (al lordo delle scorte) ha fornito un apporto positivo alla crescita a differenza della componente estera netta che ha, invece, contribuito negativamente. La variazione acquisita per il 2024 è pari a 0,4%. Produzione industriale in calo.
Dal lato dell’offerta, a settembre la produzione manifatturiera è diminuita dello 0,4% in termini congiunturali, dopo la variazione nulla segnata ad agosto: nella media del terzo trimestre, la produzione ha mostrato un calo dello 0,6% rispetto ai tre mesi precedenti. In particolare, la variazione congiunturale della produzione di beni intermedi e strumentali nel terzo trimestre è rimasta negativa (-2,0% e -1,1%) nonostante l’incremento di settembre (rispettivamente +1,9% e +1,8% rispetto ad agosto). Nello stesso periodo, la produzione di beni di consumo ha registrato una flessione dell’1,0%, guidata dal forte calo osservato nell’ultimo mese del periodo (-2,5% a settembre su base congiunturale). Il settore energetico, nonostante il marcato calo di settembre, è stato l’unico raggruppamento industriale a mostrare un aumento nella produzione (+2,0% rispetto al trimestre precedente).
Forte rallentamento del settore delle costruzioni ad agosto: dopo l’aumento registrato nel mese precedente, l’indice destagionalizzato della produzione nelle costruzioni è diminuito dell’1,8% rispetto a luglio. Tuttavia, su base trimestrale mobile il risultato rimane ancora leggermente positivo (+0,1% nel periodo giugno-agosto in termini congiunturali); nella media dei primi otto mesi del 2024 l’indice corretto per gli effetti di calendario è aumentato del 6,8%. I segnali di tenuta del comparto delle costruzioni sembrano provenire dal settore non residenziale. In base ai risultati dei permessi di costruire relativi al secondo trimestre, il comparto residenziale ha registrato, in termini congiunturali, una forte diminuzione che ha portato il numero di abitazioni (-9,5%) e la superficie utile (-7,7%) ai livelli più bassi dal terzo trimestre 2020. Quello non residenziale, al contrario, è risultato in crescita (+6,1%) dopo un primo trimestre negativo. Nei servizi si è osservato ad agosto un calo diffuso degli indici di volume (-2,0% rispetto al mese precedente) dopo l’aumento osservato a luglio (+1,8%). Solo i servizi di alloggio e ristorazione hanno segnato un aumento su base mensile. Nella media del trimestre giugno-agosto l’indice destagionalizzato per il totale dei servizi è, quindi, diminuito dello 0,7%. Il clima di fiducia delle imprese a ottobre raggiunge il valore minimo da aprile 2021, come sintesi di un aumento nel settore delle costruzioni e delle vendite al dettaglio e del forte calo nel settore dei servizi di mercato, soprattutto nel comparto del trasporto e magazzinaggio. Nella manifattura si è osservata una riduzione meno marcata rispetto a quella dei servizi di mercato, con un deterioramento della fiducia tra le imprese che producono beni intermedi e beni strumentali e un lieve miglioramento per quelle che producono beni di consumo. Nella manifattura sono peggiorati i giudizi sul livello degli ordini e le aspettative sul livello della produzione; le scorte sono giudicate in decumulo rispetto a settembre. Inoltre, è stata stimata una diminuzione del grado di utilizzo degli impianti e un ulteriore aumento della quota di imprese che segnala l’insufficienza di domanda quale ostacolo all’attività produttiva.
Nei primi otto mesi del 2024, le esportazioni in valore hanno registrato una riduzione dello 0,6% in termini tendenziali, riflettendo in particolare l’andamento negativo delle vendite verso i mercati UE: in particolare i metalli e prodotti in metallo, i macchinari e i mezzi di trasporto che rappresentano complessivamente oltre il 37% del totale delle vendite italiane all’estero, oltre il 40% di quelle dirette nel mercato tedesco. A queste, si aggiunge il calo dell’export degli altri prodotti tradizionali della manifattura italiana quali il tessile, abbigliamento pelli e accessori e i mobili.
A settembre, dopo tre mesi di crescita ininterrotta, l’occupazione è diminuita, con un calo diffuso tra uomini, donne e i 35-49enni: nel confronto mensile, il tasso di disoccupazione totale, che nell’ area euro è rimasto invariato al 6,3%, è stabile in Italia al 6,1%, quello giovanile in crescita al 18,3% (+0,3 punti). Rispetto ad agosto, infine, il tasso d’inattività è aumentato al 33,7% (+0,2 punti). Confrontando il terzo trimestre con il secondo, si è registrato un aumento del livello di occupazione (pari a +0,4%, per un totale di 84mila occupati), diffuso tra entrambi i generi, tra i dipendenti permanenti, gli autonomi e in tutte le classi d’età ad eccezione dei 35-49enni. La crescita dell’occupazione, osservata nel confronto trimestrale, si è associata alla diminuzione delle persone in cerca di lavoro (-8,5%, pari a -147mila unità) e all’aumento degli inattivi (+1,1% pari a +138 mila unità). Nel confronto tendenziale, nel terzo trimestre gli occupati sono stati 301mila in più (+1,3%) con il tasso di occupazione in crescita di 0,4 punti rispetto a settembre 2023. Si conferma negativo il saldo tendenziale del numero di disoccupati, che in un anno è diminuito di 423mila unità, pari al 21,4%. Nel confronto con lo stesso periodo dell’anno precedente il tasso di disoccupazione è calato di 1,6 punti nel complesso e di 4,5 punti tra i giovani. È aumentato sull’anno il numero di inattivi (+2,8% pari a +337mila unità) e il tasso di inattività (+0,8 punti).
A ottobre, è peggiorato il clima di fiducia delle famiglie, con un deterioramento delle opinioni sulla situazione economica generale e su quella futura: con un diffuso deterioramento delle opinioni sulla situazione economica generale e su quella prospettica (il primo indice cala da 103,9 a 99,7, il secondo si riduce da 97,4 a 95,0). Si rileva, al contrario, un lieve miglioramento per il clima personale (da 96,3 a 96,6) e per quello corrente (da 99,0 a 99,2).