Presentato il XXXVI Rapporto congiunturale e previsionale CRESME sul mercato delle costruzioni (2024-27): i primi dati

Il settore delle costruzioni chiuderà il 2024 con un -9,5%, un forte calo attutito dal paracadute del PNRR: questi i numeri del mercato delle costruzioni 2024-27 che sono stati presentati il 27 giugno a Roma e anticipati nella stessa giornata dal Sole 24 Ore.

I dati parlano di un’inversione di tendenza dopo la grande crescita degli anni scorsi, complice soprattutto il Superbonus e in generale tutti gli incentivi sulla riqualificazione degli edifici: gli investimenti nel residenziale segnano -26,5%, mentre gli investimenti in opere pubbliche che sono cresciuti del 19,8% a valori costanti nel 2023, cresceranno dell’11,4% nel 2024.

Questo incremento non riesce a compensare la caduta della riqualificazione: nel 2024 gli investimenti scenderanno del 9,5%, il valore della produzione del 7,7% e solo grazie alla manutenzione ordinaria, per un totale di 279,1 miliardi di euro tra investimenti, manutenzione ordinaria e impianti FER, mentre, nel 2023, il valore della produzione superava i 300 miliardi di euro.

«Oggi abbiamo questa frenata del mercato e questa politica sugli incentivi che sono stati sicuramente esagerati – dice il Direttore del Centro di ricerca Lorenzo Bellicini – ma la frenata è davvero importante: direi che ci si è mossi male in partenza ma anche alla fine. Il tema adesso è che dobbiamo decidere nell’arco di un anno e mezzo cosa fare della direttiva europea sull’efficientamento energetico del patrimonio edilizio». La norma quadro UE sulle Case green «costa tanti soldi e sarebbe utopistico immaginare di scaricarli tutti sui privati».

Le previsioni parlano anche di segnali di contrazione per la nuova produzione residenziale: -4,1% nel 2024 e -3,6% nel 2025. A questo si aggiunge, l’inversione di ciclo delle compravendite immobiliari, scese del -9,6% nel 2024 e di un ulteriore -7,2% nel primo trimestre del 2024. Mentre nel comparto non residenziale, a differenza del residenziale, si registra poi una particolare vivacità nelle compravendite, che dopo il boom del 2021 (+36,9%) e l’ulteriore crescita del 2022 (+5,9%) registra un incremento dell’1,9% nel 2023 e soprattutto, sorprendentemente, del 9,2% nei primi tre mesi del 2024. E dunque anche qui il panorama è di un calo dell’edilizia privata, sia per quanto riguarda il nuovo che per le ristrutturazioni.

Le opere pubbliche continueranno a marciare con l’onda lunga del PNRR a tutto il 2027 e la riqualificazione continuerà a perdere quota, salvo nuovi interventi o politiche robuste sul fronte della rigenerazione urbana. La grande incognita di Bellicini riguarda il dopo-2027: «Sarà necessario preparare due strategie, una per il 2024-2027, una per il 2028-2038».