1° giornata dell’ingegneria economica, l’allarme di Ingegneri e ANCE: “Occorre un nuovo approccio comune nella realizzazione e gestione delle opere”

Si è svolta, in data 26 giugno, nella sede di ANCE, in via Guattani, a Roma, la 1° Giornata nazionale dell’ingegneria economica, organizzata da ANCE e dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri, con l’obiettivo di mettere l’accento sulla sinergia necessaria tra aspetti tecnici e economici nella realizzazione di un’opera.

L’edilizia e la rigenerazione urbana sono temi attuali intercettati anche dalla politica: in Parlamento si discute sul Decreto “Salva Casa” per sanare piccole difformità e provare a mettere un primo tassello per la riforma sugli immobili e degli edifici in generale; a livello legislativo, è passato quasi un anno del nuovo Codice degli appalti e sulla digitalizzazione delle procedure l’Italia è parecchio indietro; a livello europeo, la Direttiva Case green ha posto sul tavolo il grande tema della riduzione dei consumi delle nostre dimore.

Hanno aperto i lavori il Vice Presidente Tecnologia e Innovazione ANCE, Massimo Angelo Deldossi:Con questa giornata vogliamo fare un passo avanti per unire economia e ingegneria, perché oggi ci viene richiesto di realizzare progetti sempre più complessi e che siano sostenibili dal punto di vista non solo ambientale ma anche economico. Ma per gestire questa complessità serve una cassetta degli attrezzi con tutti gli strumenti che integrino i due momenti. Nella realizzazione di un’opera la stretta collaborazione tra imprese e progettisti si traduce nel rispetto dei tempi e dei costi” e il Presidente CNI, Angelo Domenico Perrini: “Sui grandi temi che riguardano lo sviluppo del Paese, in particolare la transizione energetica, la transizione digitale, la sostenibilità edilizia e la rigenerazione urbana è fondamentale la discussione e il confronto, avendo come obiettivo l’innovazione”.

Autorevoli ospiti sono stati il Vice Ministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, e il Capo Dipartimento per le Opere Pubbliche e Politiche Abitative del Ministero delle Infrastrutture, Calogero Mauceri.

Il Vice Ministro Sisto ha sottolineato l’importanza dei principi del risultato e della fiducia introdotti con il nuovo Codice dei contratti pubblici, a cui bisogna aggiungere quelli della semplificazione, la digitalizzazione già richiamata in apertura, la velocizzazione delle procedure, l’organizzazione e la trasparenza: “Siamo interessati a sviluppare assieme ai professionisti tutte quelle idee che possano portare un beneficio alla collettività. Il ruolo dei professionisti è fondamentale perché contribuiscono alla riduzione del gap tra pubblico e privato. In questo senso il tema di questa giornata, l’ingegneria economica, riveste una particolare complessità”. Affrontando il tema dell’abolizione del reato di abuso d’ufficio: “La paura da parte dei tecnici della PA di apporre una firma rappresenta un forte freno ed alimenta una sorta di burocrazia difensiva. Il che si traduce in un danno per i cittadini. Dobbiamo costruire un clima di fiducia tra cittadini, funzionari pubblici ed operatori”.

Il Capo Dipartimento Mauceri, invece, si è incentrato sul tema del Decreto “Salva Casa” in esame alla Camera proprio in questi giorni e al voto presumibilmente la prossima settimana: “Il nostro patrimonio edilizio è caratterizzato in larga misura da piccole difformità che ostacolano la vendita e la locazione degli immobili. Non siamo di fronte a un condono né a una sanatoria, ma soltanto ad una regolarizzazione”. Poi sull’Edilizia Residenziale Pubblica: “Abbiamo bisogno di dare nuova linfa alla risposta alla forte domanda abitativa che, attualmente, ammonta a circa 350mila e non è soddisfatta. Esiste un ampio patrimonio pubblico che va valorizzato e vanno approfondite le sperimentazioni in tema di social housing. Anche dalla rigenerazione urbana possono arrivare delle risposte: si possono recuperare aree che necessitano di riqualificazione da utilizzare per la costruzione di nuovi alloggi”. Sul tema generale, invece della Governance delle opere, ha detto: “Un’opera pubblica che arriva fuori tempo massimo può risultare inutile. Per evitare questo serve una stretta cooperazione tra imprese, professionisti ed amministrazioni pubbliche”.

Sulle nuove regole appaltizie, il Consigliere CNI, Sandro Catta, ha sottolineato i ritardi italiani sulla digitalizzazione delle informazioni nelle Stazioni Appaltanti, in base alla Piattaforma dei Contratti Pubblici di ANAC: “C’è un problema culturale e di formazione da risolvere, dagli Enti agli Studi professionali e alle Imprese, tutti sono tutt’oggi sguarniti delle figure richieste. Nel 2022, in Italia, c’erano 1266 BIM (Building Innovation Modeling) Specialist, 434 BIM Coordinator, 509 BIM Manager e 71 CDE Manager. Da allora, è cambiato poco e solo 4.000 Stazioni Appaltanti si sono allineate alle nuove Piattaforme ANAC. Questo, in vista del 2025 non fa certo ben sperare”.

Stefano Betti, Vice Presidente ANCE Edilizia e territorio, ha sviluppato ancora il tema ESG e Case Green: “È impensabile che i costi della Direttiva siano solo a carico dello Stato o dei cittadini. Serve uno sforzo creativo per trovare nuove forme di sostegno oltre a misure urbanistiche per la rigenerazione. L’80% dei consumi energetici europei deriva da riscaldamento, raffreddamento e la produzione di acqua calda sanitaria. Come noto, soprattutto dopo la nuova invasione militare russa in Ucraina, il tema dell’energia è esploso e l’UE ha dovuto modellarsi pur restando un continente variegato sotto il profilo del fabbisogno e l’utilizzo di elettricità e gas. In Italia abbiamo avuto a che fare con lo strumento del Superbonus, i cui interventi oggi si sono via via sgonfiati dopo aver inciso su 500mila edifici dalla seconda metà del 2021 alla fine del 2023. Il sistema oggi si è fermato e con la mancanza di finanze pubbliche da poter dedicare a queste operazioni tra due anni – il termine per adeguarci alla Direttiva europea – rischieremo di arrivare già in ritardo”.

Di qui, un monito all’Europa: “Serve indicare i costi di queste manovre. Il tema finanziario, è immediato. Solo da qui si può strutturare un nuovo sistema di distribuzione tra collettività e privati, provando a fare uno “sforzo creativo. A livello urbanistico “vanno riscritte le leggi generali nella direzione dei parametri ESG (Environment, Social, Governance)”

A seguire una tavola rotonda ha affrontato il tema delle opportunità derivanti dalla valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico, condividendo la necessità di cooperazione tra pubblico e privato per aumentare la qualità dei progetti e coordinare meglio le risorse economiche negli interventi edilizi, dove sono intervenuti il Vice Presidente ANCE, Piero Petrucco e la Consigliera e Delegata all’Ingegneria economica, Ippolita Chiarolini, che hanno sottolineato: Il patrimonio italiano, dati del Demanio, è di 43.000 immobili dal valore complessivo di 62 miliardi, cui si aggiungono i 300 miliardi degli 800.000 fabbricati degli Enti Locali. Per valorizzare il patrimonio pubblico dopo la fine del PNRR occorrerà favorire la cultura del Partenariato Pubblico Privato. Un’opportunità per imprese e PA considerata la carenza di risorse pubbliche”.

 

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